L’Unione Europea ha deciso di divenire meno dipendente dall’Asia nel settore dei semiconduttori. Soprattutto dopo la crisi dovuta alla pandemia covid-19 che ha mandato in stallo i mercati a causa di ritardi nelle consegne e nella produzione. Si tratta della realizzazione dell’European Chips Act già annunciato in maniera informale da tempo quale obiettivo decennale da raggiungere per l’economia e la modernizzazione dell’Unione Europea.
Quest’ultima ha previsto una commissione di esperti in materia di semiconduttori per dare attuazione alla “Raccomandazione”. Dovranno coordinare gli stati membri dell’UE e fornire assistenza nell’attuazione dei regolamenti europei stabiliti per la crescita del settore. Una mossa quasi obbligata se si pensa che i primi tre produttori mondiali di microprocessori (Samsung, TSMC e SK Hynix) sono colossi industriali asiatici.
L’Unione Europea ha quindi previsto per il “Chips Act” un’ imponente somma di denaro da investire nel per potenziare la ricerca e costruire i “suoi” grandi impianti che l’affranchino dalla dipendenza dall’Asia.
HTTH