(DIRE) Roma, 8 Feb. – Le forze di sicurezza del Sudan hanno respinto con gas lacrimogeni e cariche le centinaia di manifestanti che ieri a Khartoum hanno cercato di raggiungere il palazzo presidenziale, per invocare la fine del governo dei militari e la creazione di istituzioni guidate dai civili. Per le vie della capitale i dimostranti hanno intonato slogan come “No al governo dei militari”. Analoghe manifestazioni si sono svolte anche nelle città vicine alla capitale, Omdurman e Khartoum North, e a Port Sudan, sul Mar Rosso. Dopo il colpo di stato del 25 ottobre, con cui l’esercito ha destituito il Consiglio di transizione incaricato di organizzare elezioni e ripristinare così la democrazia in Sudan, si sono tenute numerose manifestazioni di protesta nella capitale. Come avvertono le associazioni promotrici delle iniziative, nella maggior parte dei casi i cortei popolari si sono conclusi in scontri e almeno 79 persone hanno perso la vita da ottobre. Le associazioni pertanto chiedono non solo che l’esercito lasci il potere, ma che siano avviate delle inchieste per portare davanti alla giustizia i responsabili di uccisioni e attacchi sulla popolazione, ponendo fine così al regime di impunità. Si domanda inoltre lo scioglimento delle Forze di supporto rapido, un’unità paramilitare nota anche come “Janjaweed”, creata dall’ex presidente Omar Al-Bashir per sostenere l’esercito. Furono proprio le proteste popolari contro Al-Bashir, il generale al potere dal 1989, a determinare la fine del suo governo nella primavera del 2019 e la conseguente istituzione di un Consiglio di transizione composto per metà da civili e per metà dai militari che erano intervenuti per destituire l’ex presidente. (Alf/Dire) 12:19 08-02-22