“Preoccupano le numerose vertenze e le crisi aziendali in atto, come i 700 esuberi nello stabilimento di Bosch a Bari, il licenziamento entro giugno di 550 dipendenti alla Marelli, o i 78 lavoratori della società Remote Servise Holding (RSH) di Bari, in attesa di risposte certe. Licenziamenti che non possono essere giustificati in nome di una transizione ecologica e di fenomeni distorsivi come il dumping fiscale che spingono numerose aziende a delocalizzare. Chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto fra Governo e parti sociali per discutere di un Piano industriale a medio e lungo periodo necessario a rilanciare settori come il trasporto aereo, la siderurgia, il manifatturiero e di investimenti a sostegno della formazione e della riqualificazione professionale, indispensabili per superare i disallineamenti fra domanda e offerta di lavoro. La responsabilità dei corpi intermedi in questa fase è più che mai centrale per favorire il processo di ricostruzione del Paese. A tal fine, occorre superare l’approccio ideologico del passato e spostare la discussione da temi come i sussidi a pioggia o il blocco dei licenziamenti, alle misure realmente necessarie come la riforma delle politiche attive, essenziale per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle crisi aziendali in corso.