(DIRE) Torino, 1 Feb. – Il governatore del Piemonte Alberto Cirio tende una mano ai vicini della Val d’Aosta offrendosi di ospitare in regione i ricoverati in terapia intensiva, e nel frattempo usa l’esempio valdostano per criticare il sistema dei colori. Cirio è infatti sulla stessa linea di diversi suoi omologhi e ritiene che questo metodo debba essere superato. A tal proposito, il presidente piemontese dice di aver ricevuto promesse dal ministro della Salute Roberto Speranza. Intanto, visto che la Val d’Aosta rischia di finire in zona rossa per un solo ricoverato in terapia intensiva in più, il presidente regionale si dichiara pronto a ospitare pazienti in Piemonte in modo da evitargli il lockdown nel pieno della stagione sciistica. “Io mi attendo che il cambio di colori sia immediato- dice- innanzitutto perché non ha più diversità, neanche nelle sue prescrizioni. Immaginate una regione gialla o aracione: hanno diversità minime”, osserva. Quello che però è profondamente cambiato rispetto al passato è, secondo Cirio, il modo in cui si muove il virus. L’esempio che porta il governatore è proprio quello della Val d’Aosta: “Andare in zona rossa per la Val d’Aosta avrebbe voluto dire interrompere lo sci, cioè il primo motore di ricchezza e occupazione della Regione”, quando in Piemonte “abbiamo circa 650 posti di terapia intensiva e ne stiamo usando meno di 150”, con 500 liberi posti liberi, “a poche decine di Km”. Ecco perché Cirio fa sapere “di aver già dato disponibilità al presidente valdostano nel mettere anche i nostri letti di terapia intensiva a disposizione, se sarà ancora necessario”. Resta il fatto che il sistema colorato al presidente piemontese (e non solo) proprio non va giù: “Non è che il virus si ferma a Point-Saint-Martin o a Quincinetto, confini tra Piemonte e Val d’Aosta”, ribadisce. Tuttavia, pare che una ‘riforma’ auspicata non sia lontana: “Speranza- rivela- mi ha detto essere nella volontà di superare questo metodo. Dovrebbe restare solo la zona rossa e le altre zone dovrebbero essere cancellate”. Intanto, il metodo in vigore resta (per ora) quello solito e contestato, con il Piemonte che si trova comunque in miglioramento: “In questo momento i numeri sono in rientro su terapie intensive e ordinarie ricollocando la nostra regione in zona gialla”, puntualizza Cirio. (Luv/ Dire) 18:24 01-02-22