(DIRE) Roma, 24 Gen. – Venti milioni di dollari australiani, pari a poco più di 12 milioni di euro: questo il prezzo che il governo di Canberra dovrà pagare per acquisire il copyright della bandiera degli aborigeni ideata dal designer di origine nativa Harold Thomas nel 1971.
Da tempo proseguivano i negoziati tra il governo e l’autore per acquisire diritti di utilizzo di uno tra i principali simboli della comunità nativa, che ora va a sospendere tutte le licenze temporanee con cui le aziende private utilizzavano il sole giallo su campo nero e rosso per fini commerciali.
Ken Wyatt, ministro federale per gli Indigeni australiani, ha commentato così la notizia: “Grazie a questo accordo sulla questione del copyright, d’ora in avanti tutti gli australiani potranno liberamente esporre e utilizzare tale bandiera per celebrare la cultura aborigena”.
Il disegno fu ideato da Harold Thomas, artista e attivista della comunità aborigena dei Luritja (nota anche come Kukatja), residente nel Territorio del nord. Appassionato di arti figurative sin da piccolo, nel 1965 – all’età di 18 anni – ottenne una borsa di studio alla South Australia School of Art dove si diplomò con lode. Oltre all’arte, ha speso gran parte delle sue energie in difesa dei diritti delle comunità native a partire dalla questione della “stolen generation”, ossia di quei bambini tolti alle proprie famiglie dalle autorità australiane per essere allevati negli istituti gestiti dallo Stato o da missioni religiose, nell’ambito di politiche di assimiliazione culturale.
La bandiera che Thomas disegnò per i popoli aborigeni australiani nel 1971, così come la sua arte in generale, risentirono anche dell’influenza di autori europei quali Caravaggio, Eugene Delacroix, Goya e William Turner, significativi sia per la loro biografia che per il modo in cui concepirono la luce nelle loro opere. La bandiera divenne presto il simbolo della lotta dei diritti dei nativi e ha iniziato a comparire regolarmente durante sfilate ed eventi nazionali accanto a quella del Commonwealth.
Nella seconda metà degli anni ’90 però l’artista della comunità Luritja ha deciso di stringere un accordo con l’azienda Wam Clothing, che ha ottenuto il copyright esclusivo del vessillo. Negli anni a seguire, la compagnia ha querelato diverse realtà per aver usato la bandiera senza pagare i diritti di utilizzo, tra cui anche ong per i diritti dei popoli aborigeni.
Infine, nella questione è intervenuto il governo, che dopo averla riconosciuta tra le bandiere nazionali è arrivato a creare una Commissione parlamentare ad hoc per risolvere la vicenda.
Nell’ottobre del 2020, i parlamentari hanno reso noto il loro rapporto finale in cui si sconsigliava di “acquisire i diritti della bandiera con la forza”, e così sono state avviate trattative private con la Wam e Thomas culminate nell’annuncio del premier Scott Morrison sul raggiungimento dell’intesa e dell’adozione ufficiale del vessillo da parte della Confederazione. (Alf/ Dire) 16:53 24-01-22