India. Invoca sterminio dei musulmani, monaco arrestato

E’ il primo tra i protagonisti di un meeting di estrema destra

(DIRE) Roma, 18 gen. – In India un tribunale ha deciso di mettere agli arresti un monaco induista noto per le sue posizioni discriminatorie, e in particolare per aver invocato il genocidio contro la minoranza musulmana durante un evento pubblico di estrema destra. A far scattare le manette per Yati Narsinghanand Giri, anche alcune affermazioni contro le donne, sulle quali secondo il monaco sarebbe lecito usare la violenza. Ora il religioso dovrà affrontare un processo e rischia fino a 5 anni di reclusione per incitamento all’odio.
La vicenda richiama il meeting che si è tenuto a Haridwar, a circa 200 chilometri a nord di New Delhi nello stato himalayano di Uttarakhand, dal 24 al 26 dicembre scorso. Durante la conferenza diversi esponenti della destra nazionalista – tra cui attivisti, monaci induisti e persino politici del Bharatiya Janata Party (Bjp), ossia il partito di governo – hanno invitato gli indiani a imbracciare le armi per eliminare gli appartenenti alla fede islamica, al fine di creare una “nazione unicamente induista”.
Pooja Shakun Pandey, leader del movimento Hindu Mahasabha, ha dichiarato: “Se cento di noi sono pronti a uccidere due milioni di loro, vinceremo e renderemo l’India una nazione induista. Sii pronto a uccidere e ad andare in prigione”.
Il primo ministro Narendra Modi, impegnato nella campagna elettorale per le elezioni ancora in corso in varie regioni del Paese, non è intervenuto per commentare i fatti di Haridwar. La stampa internazionale osserva che spesso il premier si mantiene neutrale rispetto a questo genere di episodi, sebbene il suo partito di ala induista e conservatrice sia accusato di portare avanti messaggi nazionalisti e discriminatori nei confronti della minoranza islamica, e che vari fondamentalisti convention  sono vicini al Bjp.
La scorsa settimana però, in seguito a una denuncia della polizia, la Corte suprema indiana ha emesso un’ordinanza che obbliga le autorità dell’Uttarakhand ad aprire un’inchiesta a carico dei leader che hanno organizzato e animato la convention estremista.
In India le tensioni tra le comunità sono un fenomeno annoso, ma scontri di tipo settario si sono registrate negli ultimi mesi anche a causa della nuova legge sulla cittadinanza che secondo i difensori dei diritti umani escluderebbe le persone di fede musulmana.
Per Gregory Stanton, fondatore e direttore del Genocide Watch, la comunità islamica in India potrebbe davvero correre il rischio di subire un assalto genocidiario simile a quello che colpì i tutsi in Ruanda negli anni novanta del secolo scorso. Stanton, intervenendo al Congresso degli Stati Uniti, ha evidenziato che in India – a partire dal meeting di Haridwar -esisterebbero già tutte le premesse per il ripetersi di quanto avvenuto nello Stato africano, in particolare nell’Assam e nel Kashmir.
Intervistato dal New York Times, Gilles Verniers, docente di Scienze politiche all’Università di Ashoka, ha riferito che “sono rimasti solo una manciata di leader politici che menzionano la necessità di preservare il secolarismo indiano. Il Bjp ha crescenti sfide politiche da affrontare, ma ha vinto la sua guerra culturale, con effetti duraturi sulla democrazia indiana e sulla più grande minoranza indiana”. (Dire) 19:20 18-01-22

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