(DIRE) Roma, 10 Gen. – Chiusura delle frontiere aree e terrestri tra il Mali e i Paesi della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao); richiamo di tutti gli ambasciatori degli Stati membri presenti nel Paese; stop agli aiuti finanziari e a tutti i rifornimenti di beni non essenziali. Sono queste alcune delle sanzioni imposte a Bamako dall’organismo regionale, a fronte del mancato impegno della giunta militare al potere nel Paese a organizzare nuove elezioni entro il prossimo 27 febbraio. L’Ecowas ha approvato il pacchetto di penalità, che si aggiungono alle sanzioni individuali imposte sui membri della giunta lo scorso settembre e poi ulteriormente inasprite due mesi più tardi, al termine di una riunione straordinaria che si è tenuta ieri ad Accra, capitale del Ghana. L’organismo regionale africano non ha accolto il piano per una transizione a cinque anni, poi modificato a quattro, presentato nei giorni scorsi dai militari maliani a seguito di una serie di consultazioni con la società civile che si sono tenute a fine dicembre. L’iniziativa, che era stata criticata anche dalle opposizioni maliane, è “inaccettabile” per i vertici dell’Ecowas. La giunta, guidata dal colonnello Assimi Goita, salita al potere lo scorso maggio con un golpe che ha rovesciato un governo civile istituito a sua volta a seguito di un altro colpo di Stato condotto dagli stessi militari nell’agosto 2020, ha definito le sanzioni “illegali e illeggitime” per bocca del suo portavoce, Abdoulaye Maiga. Secondo il governo alcune misure, come lo stop delle transazioni commerciali e il congelamento dei beni dello Stato maliano nella banche commerciali dei Paesi membri, non trovano fondamento nello statuto dell’Ecowas. L’esecutivo maliano, riferisce il quotidiano L’Essor, si riserva quindi il diritto di riesaminare la sua partecipazione all’organismo. (Bri/ Dire) 12:01 10-01-22