Quanto accaduto a Paravati, il pestaggio di un adolescente ad opera di suoi coetanei, lascia attoniti e sgomenti non solo per la violenza che ha scandito l’episodio e per la giovane età dei protagonisti, ma per un modus operandi che trova ancora troppo spesso nelle aggressioni, tra l’altro sovente maturate per futili motivi, l’unico strumento di confronto. Quando registriamo certi episodi di cronaca, purtroppo sempre più frequenti, e soprattutto quando sono coinvolti dei minorenni, da adulti è d’obbligo porsi delle domande e riflettere su determinate vicende, ma, in particolare, chiederci cosa si stia trasmettendo ai nostri ragazzi.
Se è pur vero che questi comportamenti, così come la devianza in generale, hanno diverse cause, l’approccio e la risposta degli organismi preposti devono essere ugualmente sfaccettati, poiché ci trova di fronte ad una mancanza di valori e di prospettive, a situazioni di disagio economico e sociale, che molte volte si presentano insieme e vanno quindi affrontate in maniera sistemica. Il ruolo della scuola, della famiglia e delle istituzioni diventa perciò prezioso nel momento in cui si agisce insieme e si lavora precocemente per creare una cultura del rispetto da riversare in ogni ambito. Ed uno dei primi passi da compiere è senza dubbio quello di intervenire anche su tutti quegli adulti che ancora sottovalutano il problema. Con la speranza che vengano prontamente individuati gli aggressori, al ragazzo, ancora sotto cura, rivolgo i migliori auguri di una celere ripresa fisica e psicologica, così come rivolgo la mia solidarietà alla famiglia e agli abitanti di Mileto che, sono certa, stiano soffrendo per questo grave episodio che non rappresenta assolutamente l’essenza della loro comunità.