Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Bolzano, a seguito di un’attività d’intelligence ad ampio raggio nel settore della spesa pubblica, in stretta sinergia con i locali uffici dell’I.N.P.S., hanno accertato che 21 persone hanno indebitamente percepito il «Reddito di Cittadinanza» (RdC), usufruendo di illegittime erogazioni del beneficio, per complessivi 80.760 euro.
Questa forma di assistenza economica, introdotta con il Decreto Legge n. 4 del 2019, è uno strumento di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale, riservato a coloro che versano in condizioni reddituali disagiate o che si trovano disoccupati, a causa di una recente perdita del lavoro.
Spetta, pertanto, alle persone in possesso di particolari requisiti – di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, nonché di ulteriori presupposti di «compatibilità», quali, ad esempio, il non essere sottoposto a misure cautelari personali e il non essere stati condannati, nei dieci anni precedenti, per una serie di gravi reati – previa presentazione, all’I.N.P.S., di apposita domanda, in via telematica o tramite i centri autorizzati (CAF), corredata da una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) sulla posizione patrimoniale e reddituale dell’intero nucleo familiare.
In tale contesto, le Fiamme Gialle di Bolzano, al fine di assicurare che tali risorse pubbliche giungano a chi ne ha realmente bisogno, hanno concentrato l’attività di controllo sulla veridicità dei dati contenuti nelle autodichiarazioni presentate nel territorio provinciale.
Tali controlli hanno consentito di rilevare ventuno posizioni irregolari, con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i beneficiari non erano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
Diverse e, in certi casi, singolari, le violazioni accertate.
Per 14 persone, in gran parte cittadini stranieri, la causa della illegittima fruizione del beneficio è consistita nella mancanza del requisito della residenza, tenuto conto che la legge prevede che il richiedente il sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia stato continuativamente negli ultimi due anni.
In tre casi, invece, l’irregolarità ha riguardato l’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti al fine dell’ottenimento del beneficio, quali redditi percepiti dal richiedente o da altro componente del nucleo familiare.
Tra le tante, emerge la posizione di un residente a Bolzano, che non aveva indicato i redditi d’impresa percepiti dal figlio maggiorenne convivente, quella di un residente nel meranese, che non aveva indicato nella «DSU» la disponibilità di un immobile acquisito in eredità, e, infine, quella di un soggetto che ha certificato falsamente di risiedere in un appartamento in affitto senza un valido contratto di locazione, percependo così indebitamente la quota di integrazione del «RdC» spettante a coloro che vivono in appartamento in locazione.
Diversi sono, ancora, i casi di mancata comunicazione, successivamente alla dichiarazione, della variazione delle condizioni che davano diritto al «RdC»: tre persone avevano omesso di comunicare di aver iniziato un’attività lavorativa da lavoro dipendente, in un altro caso, invece, la destinataria del beneficio, successivamente all’ottenimento del «RdC», ha omesso di comunicare di aver contratto matrimonio, perdendo così il diritto alla corresponsione del beneficio.
Tra coloro che hanno percepito indebitamente l’erogazione pubblica figurano, infine tre persone che hanno omesso di comunicare la presenza, all’interno del proprio nucleo familiare, di soggetti in stato detentivo, circostanza quest’ultima che incide sui parametri normativi fissati per l’erogazione del reddito.
Tutte le irregolarità accertate sono state segnalate all’INPS, per l’avvio delle procedure di revoca del beneficio e restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti a oltre 80.000 euro, mentre è stata bloccata l’erogazione di ulteriori 29.000 euro. I responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano.
L’operazione portata a termine testimonia, ancora una volta, il costante impegno della Guardia di Finanza di Bolzano nel settore della spesa pubblica, con l’obiettivo di assicurare che i benefici concessi dallo Stato, soprattutto nell’attuale fase emergenziale, siano destinati a favore di coloro che ne hanno effettivamente diritto e concretamente bisogno.
Il presidio della legalità e la costante vigilanza sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche proseguiranno senza soluzione di continuità, attraverso ulteriori, mirati e trasversali controlli.
comunicato stampa Guardia di Finanza Comando Provinciale Bolzano