Nursing Up, clamorosa protesta: infermieri imbavagliati durante le trattative per il rinnovo del contratto della sanità

De Palma: «Manifestiamo apertamente all’opinione pubblica il profondo dissenso per una situazione senza precedenti. La vera emergenza non è la nuova ondata di Covid, il vero nemico da fronteggiare è l’indifferenza del Governo, delle Regioni e dell’Aran»

ROMA 9 DIC 2021 – Protesta clamorosa e senza precedenti quella dei componenti del Nursing Up, sindacato Nazionale Infermieri. Durante l’ultima riunione con l’Aran per il rinnovo del contratto del comparto sanità, il Presidente Antonio De Palma e i delegati degli infermieri si sono presentati in divisa e imbavagliati.  Una inattesa e singolare manifestazione di profondo dissenso che racconta, in modo inequivocabile, una situazione giunta all’acme della tollerabilità per gli operatori sanitari italiani. «Ecco come abbiamo ridotto gli angeli delle corsie, esordisce con amarezza il Presidente Antonio De Palma, ecco in che condizione hanno messo gli eroi del Covid per sperare di essere ascoltati. Non è possibile, non è immaginabile di dover continuare a vivere situazioni come questa, dove la valorizzazione della categoria rimane una chimera  e dove non si tratta più di riuscire a ottenere o meno i risultati meritati e sperati, ma ci si ritrova amaramente con le mani tese chiedendo addirittura di essere ascoltati».

Gli infermieri italiani si sentono come i muli delle favole di Esopo, che si incamminano su impervie salite, costretti ad andare avanti senza sosta, portando sulle spalle non solo i fardelli del carico, ma anche il proprio padrone, stanco sin dal primo momento di intraprendere l’angusta via.

Un padrone che ogni giorno che passa dimezza la razione di cibo, ma aumenta il carico da portare in groppa , a cui peraltro aggiunge il peso di se stesso.  Ieri erano gli eroi degli ospedali travolti da un’emergenza sanitaria inattesa e senza precedenti. Oggi, nel momento cruciale dei concreti riconoscimenti, si ritrovano loro malgrado trattati come gli “ultimi della classe”, relegati mestamente in fondo.

«Con questi bavagli che indossiamo oggi vogliamo rappresentare una situazione che i cittadini conoscono bene, quegli stessi cittadini per i quali abbiamo lottato, per difendere la loro salute e per i quali siamo ancora pronti a scendere in campo. Gli italiani hanno dimostrato di comprendere e apprezzare fino in fondo il nostro spirito etico e le nostre qualità professionali, di riconoscere gli sforzi profusi senza paura sul campo.  Con loro esiste un feeling di cemento, perché noi siamo garanzia ed impegno e professionalità nei momenti più difficili.  Dall’altra parte, con i rappresentati del Governo e delle Regioni, si rischia di sprofondare in un baratro di incomprensioni . Ora, nel momento del rinnovo contrattuale, del fatidico frangente della concretizzazione di tutte le promesse arrivate da ogni dove della politica e da ultimo dallo stesso Ministro Brunetta, nel pieno del marasma della nuova ondata, la quarta, si sbaglia di grosso chi pensa di poterci trattare in questo modo perché sa bene che, contemporaneamente, potrà contare su di noi, visto siamo pronti, moralmente e professionalmente, alla nuova battaglia».

I fatti parlano chiaro, le trattative in corso indicano la contorta via di un contratto che rischia di rivelarsi un nulla di fatto per la valorizzazione che infermieri e professioni sanitarie non mediche continuano ad aspettare , ancor più dopo 2 anni passati sul fronte della pandemia in religiosa operosità . Nel nuovo contratto che si profila, la nostra valorizzazione non c’è, non esiste, non sono stati posti nemmeno i minimi presupposti per intraprendere questo percorso :  abbiamo chiesto da tempo il nostro inserimento “nell’area elevata qualificazione”, perché possediamo tutti i requisiti per starci,  secondo i perimetri  delineati dal Comitato di Settore e dallo stesso  Ministro Brunetta. Ci chiediamo che senso abbia decidere, come sta avvenendo, che quest’area riservata alle elevate qualificazioni debba esserci , ma restare vuota.

A chi serve tutto questo?

Abbiamo accolto questa incredibile notizia giunta da parte dell’ARAN con un sentimento di amaro stupore. Ci chiediamo il perché di un’area vuota, un’area pensata per dare il doveroso riconoscimento alle elevate qualificazioni dei comparti della pubblica amministrazione diverse dalla dirigenza, che invece già possiede una propria area autonoma e valorizzante.

C’è chi dice che forse si tratta di uno specchietto per le  allodole. Noi speriamo di no, perché sarebbe come dire che al peggio non c’è mai fine».

E allora da parte degli infermieri del Nursing Up arriva l’ennesimo pubblico appello al Ministro Brunetta, affinché dia indicazioni all’ARAN per inserire tale categoria nell’area delle elevate qualificazioni, assieme ai colleghi delle altre professioni sanitarie con medesima base giuridica.

Oppure , in subordine, affinché dia all’ARAN indicazioni per creare una quarta area dentro al comparto, dedicata agli infermieri e alle altre professioni sanitarie, con proiezione verso l’ area elevata qualificazione. Tutto questo è possibile, la legge stessa lo consente.

«Ciò posto, in mancanza di riscontri concreti sul percorso della valorizzazione economica per via contrattuale, sulla nostra richiesta di togliere le briglie alla mobilità del personale tra aziende sanitarie, e su altri argomenti topici come la formazione, perché noi chiediamo che gli infermieri vengano trattati alla pari dell’altro personale sanitario laureato, ci siamo trovati costretti a manifestare imbavagliati, a denunciare il nostro malcontento e la nostra delusione su trattative contrattuali nelle quali invece ci piacerebbe riprendere a confidare . Ora non abbiamo altra scelta , se non quella di attivare le consultazioni con le nostre delegazioni di base, e quindi non possiamo fare altro che annunciare all’opinione pubblica che ,nel silenzio del Ministro Brunetta al quale è diretto questo appello pubblico, ma anche dell’ARAN e delle Regioni , non potremo far altro che proclamare lo stato di mobilitazione nazionale degli infermieri e del restante personale sanitario del comparto », conclude furioso De Palma.

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