Conosciuto come 2017 AE3, l’asteroide ha un diametro stimato compreso tra 120 metri e 260 metri. Probabilmente non colpirà la Terra, il che è positivo, perché il risultato sarebbe catastrofico
Un enorme asteroide grande quasi il doppio della Grande Piramide di Giza si sta dirigendo verso l’orbita terrestre alla fine di Dicembre, secondo il tracker di asteroidi della NASA, anche se è improbabile che colpisca il pianeta. Conosciuto come 2017 AE3, l’asteroide ha un diametro stimato compreso tra 120 metri e 260 metri. Per fare un confronto, alla sua dimensione massima stimata, sarebbe quasi il doppio della Grande Piramide di Giza in Egitto ed è circa 1,15 volte l’altezza del Golden Gate Bridge di San Francisco. Dirigendosi verso l’orbita del pianeta il 29 dicembre, nell’ultimo grande sorvolo di asteroidi del 2021, l’asteroide passerà vicino alla Terra a una distanza di circa 354 milioni di chilometri.
Per fare un confronto, la distanza tra la Terra e la Luna è di circa 384.000 chilometri, quindi AE3 2017 passerà ancora a distanza di sicurezza. Se la Terra non si trovasse nel percorso di AE3 del 2017, il risultato potrebbe essere disastroso. Secondo la NASA, qualsiasi asteroide di diametro pari o superiore a 140 metri potrebbe avere un impatto potenzialmente catastrofico se si schiantasse sulla Terra. Secondo una ricerca del Davidson Institute of Science dellla Weizmann Institute of Science israeliano, un asteroide di oltre 140 metri rilascerebbe una quantità di energia almeno mille volte maggiore dell’energia rilasciata dalla prima bomba atomica se fosse colpita la Terra. Qualcosa di ancora più grande, oltre 300 metri di larghezza come l’asteroide Apophis, potrebbe distruggere un intero continente. E un asteroide di oltre un chilometro potrebbe innescare cataclismi in tutto il mondo. L’ultima volta che un asteroide ha colpito il pianeta è stato nel 2013 in Russia, quando un asteroide di 17 metri è esploso nell’atmosfera. L’ultimo impatto di un asteroide di queste dimensioni avvenne nel 1908 sopra il fiume Podkamennaya Tunguska in Russia, in quello che oggi è noto come l’evento Tunguska. Quando l’asteroide è esploso in aria diversi chilometri sopra l’area, ha prodotto un’enorme esplosione di 12 megatoni, causando una distruzione diffusa per migliaia di chilometri. Ciò lo renderebbe circa 800 volte più potente di “Little Boy”, la bomba atomica da circa 15 kilotoni fatta esplodere durante la seconda guerra mondiale su Hiroshima, e 600 volte più di “Fat Man”, quella da 20 kilotoni fatta esplodere su Nagasaki per tre giorni dopo. Il bilancio delle vittime dell’evento di Tunguska è stato estremamente basso, tuttavia, con solo tre persone che si pensa siano state uccise, a causa di quanto remota e scarsamente popolata fosse la regione. Ma i danni erano ancora evidenti, con circa 80 milioni di alberi completamente appiattiti, venti di circa 27 km., un secondo scoppiato e un forte rumore sentito in lungo e in largo.
Tremori e onde radio sono state avvertite fino a Washington e in Indonesia. I pochi testimoni oculari che ancora vivono, hanno raccontato di una terrificante esplosione, forti venti, tremori e rumori incredibilmente forti. L’evento di Tunguska è il più grande della storia registrata, sebbene siano avvenuti più grandi eventi preistorici, ed è una delle più grandi esplosioni mai registrate, molto più potente di molte bombe nucleari. E un impatto entro il 2017 AE3 sarebbe probabilmente molto più devastante. La natura distruttiva degli asteroidi, anche di piccole dimensioni, è ben nota agli esperti, con le agenzie spaziali di tutto il mondo che monitorano potenziali impatti catastrofici e ricercano potenziali mezzi per fermarli. Un metodo per fermare l’impatto di un asteroide è attraverso l’uso della deflessione, che significherebbe lanciare qualcosa per alterare leggermente il suo percorso. Il più importante di questi sforzi è la missione Double Asteroid Redirection Test (DART) attualmente in corso, il risultato degli sforzi della NASA e dell’Applied Physics Laboratory. Questo sarebbe l’equivalente di prendere a pugni un asteroide con un razzo con una velocità sufficiente per cambiare la sua direzione di una frazione di punto percentuale. La missione DART è il primo vero tentativo dell’umanità di testare una difesa contro l’impatto di un asteroide ed è stata lanciata verso il sistema di asteroidi binari Didymos.
Ma anche gli asteroidi che volano abitualmente vicino all’orbita terrestre, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono un vantaggio, poiché presentano opportunità ideali per l’esplorazione e, in futuro, lo sfruttamento minerario. Molti asteroidi pullulano di minerali preziosi come ferro, nichel e altro. In quanto tali, rappresentano obiettivi ideali per l’estrazione mineraria, qualcosa che fino ad ora è stata una delle più gravi fonti di inquinamento e distruzione ambientale sulla Terra. (foto di repertorio)
c.s. – Giovanni D’Agata