L’ampio novero di sussidi e provvidenze pubbliche, studiati per sostenere le persone e le imprese che versano in condizioni di oggettiva difficoltà, ha, come naturale contraltare, l’evolversi di sofisticate forme di frode funzionali ad eludere i vincoli imposti dalle specifiche normative di settore. Il tentativo di aggiramento della cornice di legalità riguarda, questa volta, il Reddito di Emergenza, c.d. “REM”, misura di sostegno istituita dallo Stato, con il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio), a favore dei nuclei familiari in sofferenza di liquidità a causa della perdurante emergenza epidemiologica. Il REM, esteso poi sia dal D.L. 104/2020 che dal D.L. 137/2020, prevedeva l’erogazione di un massimo di 5 mensilità, oscillanti, in base agli indicatori posseduti dalle famiglie aventi titolo, in una forbice tra € 400 e € 800 per rata, per un massimo, quindi, di € 4000 all’anno.
Tra le condizioni, oltre a specifici requisiti socio-economici, spiccava quella di non essere ospite di strutture poste a totale carico dello Stato, tra cui, oltre a quelle sanitarie, i Centri di Accoglienza Straordinaria per Stranieri (i cc.dd. C.A.S.). Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pordenone hanno permesso di individuare 95 nuclei familiari che, pur ospitati in tali Centri, hanno richiesto e percepito l’importante misura per una somma complessiva pari a € 178.080,00. Dei quasi cento capi famiglia, 2 sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per il reato previsto dall’art. 316 ter, comma 1, del Codice Penale; gli altri 93, rientranti nell’alveo amministrativo, sono, invece, stati sanzionati per una somma complessiva di € 500.236,65. Tutti sono, in ogni caso, stati segnalati all’I.N.P.S. per il recupero dell’indebito erogato.
Dall’inizio dell’anno sono numerosi i casi già individuati dalla Guardia di Finanza di Pordenone, tutti connotati da carenza assoluta dei requisiti per poter beneficiare delle tante misure di sostegno sociale adottate per fronteggiare il particolare momento storico. L’impegno del Corpo nel controllo delle varie forme di illegalità mira, a fianco della perenne lotta alle varie forme di evasione fiscale, al recupero delle quote di spesa pubblica, tra cui certamente sussidi, contributi e provvidenze, studiati per garantire, nel rispetto della dignità e dei primari valori costituzionali, l’equità sociale e finanziaria dei cittadini di ogni ordine e grado.
comunicato stampa Guardia di Finanza Comando Provinciale Pordenone