Sono tre stranieri senza fissa dimora e clandestini sul territorio nazionale i responsabili di un furto con strappo aggravato avvenuto nei primi giorni di questo mese a Porto Sant’Elpidio a seguito del quale hanno anche utilizzato la carta di pagamento sottratta per prelevare denaro contante da un bancomat ed effettuare una transazione prima che la vittima riuscisse a bloccare la carta. E certamente avevano pensato di aver realizzato un colpo perfetto senza lasciare tracce utili per essere identificati e denunciati ma non hanno fatto i conti con le capacità di intervento e di analisi dei poliziotti della volante della Questura e la caparbietà e la professionalità degli investigatori della squadra mobile. Il fatto criminale si è verificato, come detto, nei primi giorni di novembre nei pressi del cimitero di Porto Sant’Elpidio ai danni di una donna che, dopo essere salita sulla propria autovettura, è stata raggiunta da un soggetto che improvvisamente l’ha aggredita, afferrandole la borsa, tirandola con violenza e contemporaneamente spingendo la portiera per ridurre la possibilità di reazione della vittima e avere più forza fino al momento in cui la cinghia si è rotta o è stata tagliata dal delinquente. Il ladro si è poi allontanato correndo dal luogo del reato, è salito su un veicolo parcheggiato nelle vicinanze con il motore acceso, guidato da un complice; la coppia è stata subito dopo raggiunta da un terzo soggetto, il palo, che a pochi metri di distanza fingeva di parlare al cellulare con le “cuffiette” e quindi con la mani libere di agire stava controllando che nessuno potesse intervenire in soccorso.
La vettura con i tre criminali è poi uscita dal parcheggio per ignota destinazione. La telefonata di un cittadino alla sala operativa della Questura ha segnalato l’aggressione alla donna e la volante è intervenuta in pochi minuti per prestare aiuto alla vittima e per ricostruire con la stessa ogni particolare degli eventi, degli autori del furto e della loro fuga. La donna, pur chiaramente scossa da quanto subìto, ha lucidamente fornito ai poliziotti utili elementi, non sufficienti tuttavia per attivare tempestive ricerche, che sono stati immediatamente cristallizzati dagli operatori e trasmessi per le indagini alla squadra mobile.
Il bottino dei ladri, la borsa, conteneva solo poche decine di euro, documenti personali ed una tessera bancomat ma vi era anche un foglio con il codice per i prelievi dagli ATM e i pagamenti ai POS. E di questa inaspettata disponibilità i delinquenti hanno approfittato immediatamente; nel breve arco temporale di circa 10 minuti dopo il furto hanno raggiunto uno sportello bancomat dal quale hanno effettuato due prelievi di 250 euro ciascuno e subito dopo hanno eseguito il rifornimento dell’auto utilizzata per la fuga presso un distributore della zona. Ma il rovescio della medaglia della disponibilità del codice, e quindi della possibilità dell’indebito utilizzo della carta sottratta, è consistito nel lasciare tracce dei loro reati successivi al furto, tracce che sono state oggetto delle immediate indagini degli investigatori della Squadra Mobile fermana attivate grazie agli elementi raccolti dai colleghi della volante ed acquisiti dalla vittima. I componenti della triade di criminali erano a conoscenza della necessità di agire velocemente prima che la vittima si riprendesse dallo shock e provvedesse a bloccare la carta e la loro “fretta” ha consentito dapprima di ridurre il periodo di tempo da analizzare ma soprattutto, per la profonda conoscenza delle dinamiche criminali relative ai reati predatori acquisita negli anni dagli investigatori, di puntare subito su alcuni soggetti con precedenti specifici analoghi al reato commesso quel giorno.
Si fa presto a dire “indagine” ma la complessità che c’è dietro un’attività di polizia giudiziaria la possono comprendere solo gli addetti al settore che hanno ricostruito e ricondotto ad unità azioni, passaggi, elementi grafici dell’abbigliamento, particolari del taglio di capelli o della calvizie pronunciata, della specifica andatura e dei tatuaggi degli autori, del traffico cittadino in quella determinata ora e quindi della velocità di movimento dei criminali e gli itinerari potenzialmente percorsi partendo dal cimitero; ipotesi e tesi che si sono susseguite ma che hanno portato alla fine a conseguire il risultato sperato.
In poco più di una settimana gli investigatori hanno identificato, uno alla volta, gli autori dei reati commessi in sequenza temporale, furto con strappo, prelievi al bancomat, pagamento del rifornimento di carburante, incastrandoli con prove evidenti alle loro specifiche responsabilità, ladro, autista, palo, autore del primo e del secondo prelievo indebito, pagatore del carburante con la carta sottratta. I tre soggetti, già noti ai poliziotti della squadra mobile e con un congruo pedigree delinquenziale, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria. Una storia di criminalità predatoria come tante che avvengono ogni giorno sul territorio nazionale e spesso anche nella nostra provincia; un reato improvviso e violento che lascia un forte turbamento nella vittima, per il quale non esiste rimedio né sanzione, e nella coscienza delle persone oneste ma che mette in evidenza tre condizioni per consentire di assicurare alla giustizia i colpevoli o ridurre le conseguenze del crimine: segnalare immediatamente alle Forze di polizia i reati subìti o situazioni di pericolo di altre persone; per quanto possibile, memorizzare la maggior quantità di particolari degli autori dei reati e, soprattutto, come nel caso riportato, non tenere nello stesso contenitore la carta di pagamento e il codice segreto. (foto di repertorio)
comunicato stampa – fonte: https://questure.poliziadistato.it/Fermo/articolo/205061a487e4d8a21001758055