Oggi festeggiamo il 32° compleanno della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza

Ci sono voluti molti anni per arrivare ad avere un documento riconosciuto, con valore di legge, che tutelasse i diritti di bambini e ragazzi, e non c’è dubbio che ci sia ancora molto da fare. Basta guardarsi intorno, leggere le notizie di cronaca o ascoltare un notiziario, per accorgersi che siamo lontani dal garantire ai bambini di ogni parte del mondo un presente e futuro nel quale sentirsi non solo tutelati e rispettati, ma anche felici e valorizzati.

A trentadue anni di distanza, possiamo affermare che la Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sia il trattato in materia di diritti umani che ha raggiunto il maggior numero di ratifiche. Sono ben 196 gli Stati che hanno sottoscritto l’accordo, come l’Italia nel 1991.

foto di KG

Questo documento decreta che tutti i bambini del mondo sono titolari di diritti sociali, civili, economici e culturali. oggi le generazioni più piccole si trovano ad affrontare una serie di sfide e cambiamenti globali che erano inimmaginabili per noi genitori. Il nostro clima sta peggiorando a vista d’occhio, le disuguaglianze stanno diventando sempre più ampie e profonde, il Covid ha modificato l’essenza di socializzare, la tecnologia sta trasformando il modo in cui percepiamo il mondo. L’infanzia e l’adolescenza sono cambiati e dobbiamo cambiare i nostri approcci insieme ad esse.

In questi ultimi periodi, sono emerse tendenze estremamente preoccupanti, che ci ricordano la vulnerabilità, spesso invisibile, che i giovani portano dentro di loro. La scuola rimane il presidio fondamentale per la crescita culturale ed interiore, come la famiglia, che deve tornare a fare la propria parte. entrambe sono due elementi che giocano un ruolo fondamentale.

Nell’ambito della Città Metropolitana di Reggio Calabria, sono stati attivati innumerevoli azioni concrete per i più piccoli, tra queste voglio ricordare quelle per IL gioco e lo sport e per l’arte, essenze che accrescono l’autostima e l’identità interiore. Molto è stato fatto, ma molto bisogna ancora fare, specialmente realizzare un concetto di “rete” ancora lontano, sebbene sinergie siano comunque in piedi

Sui vari territori sono in atto programmi di rigenerazione e di rilancio, con l’impostazione di città e paesi sempre più a misura di bambino, ma le Amministrazioni devono sforzarsi ad interagire e a captare i bisogni dell’infanzia. Ciò può avvenire solo con un monitoraggio attento e minuzioso, 94mila sono circa i minori presenti all’interno della Città Metropolitana, ognuno di loro ha caratteristiche e identità personali, come il territorio in cui vivono.

L’attenta riflessione mi porta nuovamente a ricordare l’importanza dell’ascolto, unico strumento che ci permette di captare non solo il disagio, ma anche quei suggerimenti utili per implementare i servizi, soprattutto quelli di prossimità.

A chi decide, rivolgo la voce dei nostri ragazzi/e dei nostri bambini/e e dico che gli spetta investire in un futuro a lungo termine con politiche giovanili portatrici di aggregazione sempre più inclusiva. un’aggregazione propedeutica alla crescita umana, culturale e civile dei più piccoli.

Non posso e non devo dimenticare quanti minori vivono l’isolamento dovuto alla disabilità sia essa fisica che mentale. Capire il disagio vuol dire dimostrare attenzione. La centralità delle azioni a tutela dell’infanzia dovrà essere la politica del domani a partire dall’oggi.

Sono certo che una politica con una visione nuova possa dare una ricetta per questo bellissimo territorio dalle immense risorse umane. una visione che abbia impulso dall’alto, perché forse è necessario partire dalla componente istituzionale.

Tanti Auguri, CRC.

EMANUELE MATTIA – GARANTE METROPOLITANO PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA

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