di Antonella Postorino – Io non comprendo le critiche che “volano” sui social. Ciò non significa che condivida la scelta, ma quando un cineteatro Siracusa diventa Zuiki e poi Burger King, e ancor prima (quasi in sordina) il cineteatro Margherita diventa Benetton, perché scandalizzarsi se il famoso ritrovo Roof Garden sta diventando Terranova? Bisogna farsi una domanda: tutte queste società che operano in regime di franchising perché dovrebbero puntare a investimenti di questo genere e in una città come la nostra? Esistono le indagini di mercato che offrono le “giuste” indicazioni su quello che potrà essere un’investimento ottimale (visibilmente oneroso) e quanto questo sia possibile basandosi sul dato fornito dai consumatori. In poche parole in questa città la domanda di un negozio Terranova (o simili) è alta e ha mosso la convenienza ad impiantare un punto vendita di più cospicue dimensioni, rispetto a quello già esistente sul corso Garibaldi. Non è difficile ricordare che non molto tempo fa, la domenica si andava a messa, poi al cinema, poi al bar. Si andava a teatro, pur avendo minori risorse.
Una volta c’era una vita sociale basata sull’incontro in piazza, per questo esistevano i “ritrovi”, i caffè letterari, le gallerie d’arte. Quindi perché criticare una scelta economico finanziaria stimolata dai nostri stessi bisogni. La società e’ cambiata, se in meglio o in peggio dobbiamo ancora scoprirlo. Certo e’ che si stanno costruendo nuovi parametri culturali, a questo punto non si comprende se naturali o indotti dal sistema che ci fagocita. Peccato non riuscire a respirare aria di cultura in ogni angolo della nostra città, peccato non aver pensato che in quel luogo, forse un museo dedicato a Gianni Versace avrebbe avuto più successo su scala mondiale. A questo punto non ci resta che attendere cosa verra’ al posto del Supercinema.(foto di repertorio)