“L’UGL è contraria alla proposta di introdurre per legge il salario minimo orario. Il rischio concreto è quello di destrutturare la contrattazione collettiva indebolendo i lavoratori, a vantaggio di quelle aziende che concorrono esclusivamente agendo sulla leva del costo del lavoro. Mi riferisco in particolare a settori come i servizi operati dalle cooperative anche per la pubblica amministrazione, in cui oggi si registrano compensi orari minimi al di sotto di questa soglia. Il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro, così come disposto dall’articolo 36 della Costituzione, si persegue attraverso il potenziamento della contrattazione collettiva. Oltre a definire la giusta retribuzione per il tipo di lavoro svolto, per il profilo professionale e le competenze possedute, infatti, il CCNL disciplina aspetti normativi di assoluta importanza quali l’orario di lavoro, la sua organizzazione, l’eventuale sistema di welfare, la previdenza complementare, la progressione di carriera e gli aggiornamenti professionali. Chiediamo quindi al Governo di riaprire quanto prima il tavolo della contrattazione per tutelare anche quelle categorie oggi escluse e restituire centralità al ruolo dei sindacati a difesa dei lavoratori”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alla discussione del Senato sul ddl relativo all’introduzione per legge del salario minimo orario.