Dopo denunce ong, Tshisekedi annuncia verifica contratti
(DIRE) Roma, 18 ott. – Il governo della Repubblica democratica del Congo si appresta a effettuare una verifica della correttezza dei contratti di concessione di terre e appezzamenti della foresta pluviale del Paese, la seconda più estesa al mondo dopo l’Amazzonia; da subito, peraltro, sospenderà tutti gli accordi ritenuti “discutibili”. A darne l’annuncio, accolto con soddisfazione da ong ambientaliste come Greenpeace, è stato il presidente Félix Tshisekedi.
La decisione è arrivata anche dopo proteste delle stesse organizzazioni in difesa dell’ambiente, che avevano messo in dubbio la trasparenza di alcune concessioni garantite dal governo. A sollevare particolari timori, i diritti su quasi 1,4 milioni di ettari, una superficie pari a un terzo dell’estensione del Belgio, concessi a settembre 2020 dal ministero dell’Ambiente alla società congolese Tradelink Sarl. Una società, questa, che annovera tra i suoi azionisti anche un imprenditore belga legato al settore dell’estrattivismo, Aleksandar Voukovitch, come denunciato da Greenpeace.
Il contratto in questione, che implicherebbe una serie di operazioni di monitoraggio e valorizzazione della foresta nell’ambito del progetto Redd+ delle Nazioni Unite, riguarda inoltre un’areale di territorio che è quasi il triplo del limite di 500mila ettari stabilito dalla giustizia congolese.
Nei mesi precedenti sempre Greenpeace e altre organizzazioni avevano chiesto a Tshisekedi di annullare contratti di concessione ritenuti illegali su centinaia di migliaia di ettari di foresta.
Il presidente ha ordinato ora al ministero dell’Ambiente di “fare il punto sulle posizioni esatte e sulle finanze di tutte le concessioni forestali” nel Paese e di “sospendere tutti i contratti discutibili in attesa dell’esito della verifica”.