“Il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro pesa fino al 1,2% del Pil, ovvero un costo per il nostro Paese pari a circa 21 miliardi di euro. Come emerge dal rapporto Censis-Confcooperative, sono infatti oltre 233mila i profili professionali che mancano all’appello delle imprese. Un gap di competenze che occorre colmare quanto prima considerato che se le aziende fossero riuscite ad assumere il personale di cui avevano bisogno, nel 2021 il Pil sarebbe cresciuto del 7,1% con importanti ricadute per il tessuto economico e sociale. La crisi occupazionale acuita dalla pandemia e il preoccupante fenomeno dei ‘Neet’, impongono di invertire rotta rispetto alle politiche assistenziali e ai sussidi a pioggia del passato. Occorrono riforme strutturali in grado di favorire il ‘matching’ fra domanda e offerta di lavoro. In tal senso, rileva l’investimento nell’ambito del Pnrr di 4,4 miliardi di euro fino al 2025, destinati alla ‘Garanzia occupabilità dei lavoratori’ (Gol). Il Programma Gol dovrà pertanto essere affiancato da misure di sistema volte a realizzare un maggiore coordinamento fra Anpal e i centri per l’impiego grazie anche un significativo potenziamento dell’organico a livello territoriale. E’ indispensabile, infine, promuovere una stretta cooperazione con i privati a partire dall’istruzione secondaria e terziaria al fine di garantire un allineamento delle competenze rispetto alle richieste delle imprese”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al rapporto Censis-Confcooperative sul cosiddetto ‘mismatch’ tra domanda e offerta di lavoro nel nostro Paese.