Si blocchi ogni annunciato aumento e si convochi un tavolo regionale di emergenza alla presenza dei consumatori
L’inizio dell’autunno è turbato dal susseguirsi di aumenti su beni e servizi di prima necessità: dall’aumento del costo dell’energia (+29,8%) e del gas (+14,4%) fino a voci regionali di prossimi aumenti del prezzo del pane.
I consumatori sono in allarme e Federconsumatori riceve ogni giorno telefonate che denunciano in diverse panetterie, con tanto di locandine, l’annuncio ai clienti dell’aumento del pane sino a circa il 70% in più già dai primi giorni di ottobre. E dire che il prezzo del pane in Italia è già oltre la media europea e, stante alcuni studi di associazioni agricole, se un kg di grano tenero era venduto nel 2020 a circa 21 centesimi (circa 26 centesimi nel 2021), un kg di pane portato in tavola dai consumatori costa nella media e nella giungla dei prezzi, da 2,5 euro a 3,10 con un sovraccarico del costo sino a 15 volte maggiore. E dire pure che in questi lunghi mesi di pandemia l’intero settore ha beneficiato dei ricavi del consistente aumento del consumo di pane e della varietà dei prodotti da forno.
Mimma Iannello Presidente Federconsumatori Calabria: <<Le preoccupazioni dei consumatori, già impoveriti dalla crisi e tartassati dagli aumenti, sono più che comprensibili, sono sacrosante. Il pane, il cui prezzo va tenuto calmierato, è elemento di nutrimento primario, è l’acquisto principale del carrello quotidiano della spesa. Sapere di possibili aumenti è causa di allarme sociale più che giustificato. Nel lametino già si annunciano aumenti spropositati già dal 4 ottobre.
Attese le rivendicazioni da parte delle associazioni di categoria dei panificatori, c’è da chiedersi però se alla fine della giostra a pagare, in una fase congiunturale di crisi e di aumenti generalizzati dei prezzi e senza un’adeguata vigilanza e trasparenza sui paventati aumenti, a pagare debba essere sempre il consumatore. Stante le informazioni più comuni, sarebbe reale un incremento dei prezzi all’ingrosso dei frumenti per effetto della riduzione delle produzioni estere legate ai cambiamenti climatici che dovrebbero segnare un calo mondiale delle raccolte per il 2021 di circa il – 2,1%. Per inverso, le produzioni nazionali segnano delle rese in aumento sullo scorso anno di oltre il 6% derivanti da un aumento delle superfici di semina.
Altre stime ufficiali prevedono che la spinta al rialzo delle materie prime della panificazione potrebbe presto ridursi per effetto di una minore domanda domestica e industriale per pasta e pane meno condizionata alla fase pandemica e per come evidenziano gli ultimi listini dei prezzi delle principali borse all’ingrosso. Di certo, l’emergenza climatica e sistemi industriali monopoliste di produzione, rendono sempre più stringente il tema di come oggi i Governi nazionali affrontano la messa in garanzia dell’accesso al cibo e la sostenibilità sociale e ambientale dei modelli di produzione e dell’equità dei costi finali al consumatore.
Tutti fattori che però non giustificano gli aumenti annunciati. Oggi, a fronte della necessità di rassicurare le famiglie ed in attesa di eventuali interventi dei Ministeri competenti, chiediamo venga responsabilmente bloccato ogni annunciato aumento sul costo del pane e convocato con urgenza un tavolo regionale con tutte le parti in causa: Istituzioni regionali, UnionCamere, associazioni panettieri, commercianti, agricoltori, mugnai, consumatori e Guardia di Finanza, affinché venga affrontata nella massima trasparenza la problematica e bloccata ogni eventuale speculazione al rialzo dei prezzi e possibili meccanismi di mercato nero del pane. >>
Federconsumatori Calabria