(DIRE) Roma, 29 Set. – In Colombia uno dei comandanti del gruppo ribelle dell’Ejército de Liberación Nacional (Eln) è morto in una clinica della città di Calì a seguito delle ferite riportate in un bombardamento delle forze armate nel dipartimento nord-occidentale di Chocò. A riferirlo è stato il ministro della Difesa di Bogotà, Diego Molano Aponte. Stando a quanto affermato dal dirigente del governo del presidente Ivan Duque, Fabian, nome di battaglia di Ogli Ángel Padilla Romero, questa l’identità del guerrigliero, è “stato catturato vivo e ferito nella foresta” e trasferito a Cali, terza città del Paese, dove “è deceduto in un clinica” dopo che gli “era stata fornita assistenza medica”. Fabian, che era ritenuto il capo del cosiddetto ‘fronte occidentale’ dell’Eln, organizzazione di orientamento marxista fondata nel 1964 e considerata di natura terroristica da Bogotà ma anche dall’Unione Europea e gli Stati Uniti, è stato definito da Molano “il più importante leader” della milizia al momento, oltre che un “assassino” e un “capo del narco traffico”. L’operazione che ha portato alla morte del guerrigliero, che arriva a quasi un anno dall’uccisione, sempre per mano dell’esercito, di un altro noto combattente della formazione armata, Andres Felipe Vanegas Londono detto Uriel, si colloca in una più ampia offensiva aerea lanciata a fine settembre nel Chocò ma anche nel dipartimento orientale di Guainía. Obiettivi dei bombardamenti sono i miliziani dell’Eln ma anche della cosiddetta dissidenza delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), quei gruppi cioè che si sono rifiutati di firmare o si sono ritirati dagli accordi di pace siglati con il governo nel 2016. L’intesa ha almeno nominalmente messo fine a oltre 50 anni di conflitto tra il gruppo armato, di ispirazione marxista-leninista, e lo Stato colombiano. (Bri/ Dire) 09:45 29-09-21