08:57 – Gli archeologi continuano a studiare le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante. Dalle ultime ricerche sono emerse nuove datazioni sulla conquista umana delle Americhe. Secondo gli studiosi, l’uomo ha raggiunto il nuovo continente dall’Asia almeno 7.000 anni prima della datazione precedente. Lo testimoniano delle impronte umane datate tra 23.000 e 21.000 anni, appartenenti probabilmente ad adolescenti e bambini, rinvenute nel lago di sabbia di Alkali Flat nel White Sands, negli Stati Uniti. Queste impronte sollevano nuovi dubbi negli studiosi, infatti è possibile che siano avvenute delle grosse migrazioni precedenti di popoli che in seguito si sono estinti. Le impronte mostrano probabilmente un momento di caccia, tipico dei nativi americani, che vedeva coinvolti bambini e adolescenti seguiti da pochi adulti. Le impronte sono la migliore traccia per scoprire il passato, in quanto stanno ferme dove sono state fatte, nonostante il suolo continui a muoversi. Questo permette agli scienziati uno studio più approfondito e certo della datazione, togliendo così ogni dubbio. Secondo gli studiosi, il lago, oggi completamente asciutto, una volta era pieno d’acqua poco profonda, che ha permesso a questi umani primitivi di camminare liberamente avanti e indietro con dei bambini al seguito. La scoperta mette in dubbio tutte le precedenti datazioni e solleva nuove questioni su come e quando gli esseri umani abbiano raggiunto le Americhe, inoltre, la domanda che ora martella gli studiosi è se gli umani siano giunti in America per lasciare una propria discendenza o meno. (cit. BBC)
SM
Articolo completo: rivista Science