(DIRE) Roma, 22 Set. – “L’ecclesiaste dice che c’è un tempo per ogni cosa. C’è il tempo della malattia e quello della guarigione. Noi stiamo vivendo il tempo della guarigione”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite del convegno ‘La formazione degli insegnanti per l’innovazione della scuola e dell’università’, organizzato dal CUNSF, la Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione. Dalla Sala Zuccari, a Palazzo Giustiniani a Roma, il ministro poi aggiunge: “il rischio è pensare che la malattia sia stata il Covid-19, ma erano 15 anni che il paese cresceva annualmente per un massimo pari all’1%. Si sono generate delle contraddizioni, delle diseguaglianze, che sono esplose nel momento della ‘sospensione’ causata dalla pandemia”. Per il ministro è arrivato il momento, “dopo anni di disinteresse, di riconoscere la scuola e l’università come elementi fondanti del dinamismo sociale”. Per fare questo, spiega, “dobbiamo tornare a parlare di uguaglianza di diritti, libertà e solidarietà collettiva. La scuola deve tornare ad essere maestra di solidarietà e uguaglianza. Soprattutto, la scuola deve tornare a parlare di se stessa, a ragionare di didattica”. La pandemia ha reso chiaro a tutti che “quanto più il cambiamento è rapido, tanto più i fondamenti devono essere solidi. Una scuola di alta formazione che si avvale dell’università serve proprio a questo: così che i docenti sappiano cogliere tutte le trasformazioni. Stiamo lavorando per legare il tema dello sviluppo del paese al tema scuola e università”, conclude. (Alt/Dire) 11:35 22-09-21