Antonio Marziale, già Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza della Regione Calabria, oggi candidato al rinnovo del consiglio regionale con Fratelli d’Italia, esprime preoccupazione e sconcerto per un articolo apparso nelle ultime ore sulla testata La C, dal titolo :”Regionali, voci sul mercato dei voti a 30 euro: la coda velenosa della campagna elettorale”. In base allo stesso a 15 giorni dalle urne alcuni personaggi, stanno mettendo in atto pratiche scorrette per dal condizionamento dei dipendenti sul posto dei lavoro alla pressione psicologica sui social network ed infine alla più squallida delle pratiche che è la compravendita del voto. Ovviamente deve essere punito anche chi lo vende senza un minimo di dignità personale, “il tariffario in vigore pare sia in considerevole calo rispetto al passato: si mormora addirittura da 50 a 30 euro a… cranio“ (Cit. La CNews). Il giornalista, autore dell’articolo, per quanto a tratti sibillina, lancia una preoccupante denuncia!
“Chiedo ai partiti prima ancora che alle autorità di accertare se questi fatti siano veritieri, e di procedere “motu proprio”, ad individuare ed espellere dalla competizione coloro che eventualmente si siano macchiati di tale reato contro la democrazia. Chiedo ai Prefetti di mettere in atto meccanismi di controllo/verifica per scongiurare simili criminose interferenze nel libero esercizio della democrazia. Comprendere quello che è il confine tra illazioni e verità. Eletto avrei difficoltà a sedere in Consiglio Regionale con gente simile, serie difficoltà! perchè provo un profondo senso di disgusto e repulsione nei confronti di una classe politica che pensa di volersi annidare ancora nelle istituzioni con metodi che sfruttano la vita della gente e la povertà!”. Questo il commento di Antonio Marziale a margine di quanto letto questa mattina.
Il candidato di Fratelli d’Italia, che fa della Legalità uno dei perni della sua campagna elettorale ed anche nelle vesti di sociologo, non può che sottolineare la gravità di queste “pratiche”. Non solo moralmente e socialmente riprovevoli ma anche legalmente perseguibili, quando provate.