(DIRE) Roma, 10 Set. – “È stata una guerra inutile? Sono stati inutili gli oltre 3 mila morti delle forze della coalizione e le quasi 700 vittime tra giornalisti e personale umanitario? Inutile il tributo di sangue dell’Italia con i suoi 53 morti e 700 feriti tra i soldati dell’esercito? Io credo che sarebbe impossibile conoscere quale sarebbe stato il corso della storia se fossero state fatte scelte diverse da quelle che abbiamo fatto, ma la guerra all’Afghanistan dei Talebani e di Al Qaeda aveva in realtà due grandi obiettivi, e tra questi non rientra quello di esportare la democrazia, che era in realtà uno spiccato effetto collaterale”. Lo dice Giorgia Meloni intervenendo al convegno “11 Settembre, 20 anni dopo”, sui 20 anni dall’attentato a New York, organizzato nella Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani dall’Unione interparlamentare. “Il principale degli obiettivi che si perseguiva – spiega la leader di Fratelli d’Italia – era la necessità di togliere la copertura di uno Stato alle organizzazioni terroristiche, impedire che si ripetessero attentati della portata dell’11 settembre. Di fatto questo primo obiettivo è stato raggiunto. Da allora lo stato islamista ha insanguinato gli Stati occidentali ma non l’ha fatto mai con la forza che aveva dimostrato in quell’occasione. Secondo obiettivo della guerra afgana era la necessità degli Usa di porre immediatamente fine alla pericolosa narrazione della fragilità americana, di rivendicare di fronte al mondo una schiacciante supremazia militare. Anche questo obiettivo è stato raggiunto. Gli errori americani e occidentali sono invece evidenti nella fasi successive al conflitto: Iraq, le primavere arabe, Libia, Siria e purtroppo all’elenco degli errori già compiuti non si puo’ non aggiungere quello di aver trasformato un giusto disimpegno dall’Afghanistan in una fuga disastrosa e umiliante per tutti noi”. Meloni si chiede: “L’Afghanistan diventerà di nuovo il rifugio di Al Quaeda e di tanti altri terroristi intenzionati a riportare il terrore nelle nostre città? I talebani ci dicono che non sarà cosi’ ma i fatti dicono che il nuovo esecutivo di Kabul è in buona parte costituito da persone identificate come terroristi dall’Onu, compreso il primo ministro. E si tornerà a parlare di fragilità degli Stati uniti e dell’Occidente come all’indomani dell’11 settembre rafforzando chi fa propaganda sul trionfo della Jihad? Purtroppo il rischio che cio’ che avvenga è concreto e le lacrime del presidente Biden, se possono essere state utili a creare empatia con il popolo americano, non ci hanno aiutato in questo senso con conseguenze che sono imprevedibili. Il pericolo del ritorno all’integralismo è un pericolo dal quale ogni stato musulmano non è oggi al riparo a prescindere dalla sua dimensione e dalla sua forza militare”. (Mar/ Dire) 12:54 10-09-21