I giovani e la libertà nella “cultura del nuovo capitalismo”

La nuova scuola

“La libertà è come l’aria… ci si accorge quanto vale quando incomincia a mancare”, Questa frase di Piero Calamandrei, noto avvocato che ha combattuto il fascismo, partecipato alla resistenza e contribuito alla stesura della nostra Costituzione, dovrebbe far riflettere su quello che è il senso della libertà di pensiero tra i nostri giovani, che vivendo in democrazia non si rendono sempre conto dei molti pericoli che minacciano la stessa.

Per i giovani la parola “libertà” ha un significato particolare: significa poter fare esperienze personali senza che qualcuno dica che sono inutili, dannose, o una perdita di tempo. I giovani sono animati da una naturale curiosità, vogliono conoscere il mondo nella sua complessità, anche se per loro diventa molte volte difficile capire quello che hanno vissuto i loro nonni. Oggi, così, accade che essi sono preda della logica del branco, seguono passivamente le mode rincorrendo una bandiera inadeguata al loro vissuto, irretiti dal sistema capitalistico che vuole manipolare le loro menti e li orienta soltanto nel circolo vizioso dell’usa e getta.

Certo oggi di fronte all’emergenza dell’ennesimo massacro in Afghanistan dove i talebani hanno preso la capitale Kabul, imponendo il proprio dominio sulla nazione e proclamando la nascita di un Emirato, la questione per esempio del curriculum dei maturandi, appare secondaria ed oziosa. Il sistema scolastico, le agenzie educative, in questo senso, hanno perso l’autorevolezza e la capacità di essere guida sicura per le giovani generazioni, tanto che queste ultime appaiono spente dal punto di vista del giudizio critico, della capacità di autodeterminarsi, della possibilità di costruirsi un futuro stabile e sereno. Si vuol costruire, infatti, una barbarie senza precedenti perseguendo il massimo grado di profitto e di individualismo competitivo (far valere il curriculum personale anziché puntare sul sapere e sul saper ragionare), l’atteggiamento conformistico, l’adesione senza alternative al modello degli interessi del mercato capitalistico, l’inibizione dello sviluppo della personalità, l’irrigidimento delle differenze di classe. La scuola diventa un’“azienda”, così come è avvenuto per gli ospedali, le Asl, la cui conseguenza è stata tragicamente messa in luce dallo scoppio della pandemia del Covid-19.

Invece di supportare le opportunità di ciascuno come dovrebbe avvenire in uno Stato democratico, si introduce di fatto una vera selezione di classe nel percorso dell’istruzione e della formazione dello studente. Ci si deve perciò augurare che almeno i giovani e gli studenti diano vita ad un risveglio delle coscienze. Urge costruire una nuova consapevolezza per opporsi alle strutture ed alle sovrastrutture perverse del capitalismo, ormai chiaramente fallimentari su scala universale, negli interessi materiali e spirituali degli uomini e delle donne del pianeta Terra.

Prof.ssa Raffealla Solano

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