Al parco Ecolandia il gruppo ripercorre la sua storia fino ad arrivare all’ultimo singolo, dal titolo profetico, “Siamo tutti salvi”
“Siamo tutti salvi” è il titolo del loro ultimo singolo uscito per Wmusic e che anticipa l’album, in arrivo entro la fine del 2021. Ieri sera seconda tappa del tour dal vivo per i “Villazuk”, band cosentina sbarcata ad animare il Parco Ecolandia di Arghillà, tappa del “Derive, Festival di musica divergente e trekking urbano” appuntamento organizzato da Laboratori Musicali, presieduto da Teresa Mascianà e giunto alla quarta edizione, con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria. Presente ieri sera anche il direttore artistico Ettore Castagna. Come racconta la band formata da Andrea Minervini (Basso elettrico), Alessio Sisca (Batteria), Simone Stellato (Piano e synth), Francesca Paola Sirianni (Violino) e Domenico Scarcello, voce e chitarre: «Il periodo è stato comunque produttivo, ha tolto meno l’ansia di chiudere nei tempi i percorsi, abbiamo potuto vivere con maggior relax il quotidiano. Ogni singolo italiano ha vissuto una diversa faccia della propria vita, si è rallentato un po’ tutto. Quando si fa la stesura di un brano si ha bisogno di isolarsi, questa volta la notte è stata anche di giorno. si aspettava la notte per non avere distrazioni e invece in queste due primavere la quiete l’abbiamo raggiunta anche di giorno. Fa male solo il fatto di sapere che in un momento del genere, subito dopo il primo problema, che è non far lavorare gli addetti al settore, non si possa veicolare cultura attraverso uno spettacolo».
Il disco nuovo, basti solo pensare al titolo, è profetico: ascoltare “Siamo tutti salvi” in tempi di covid fa immaginare che si tratti di brani attuali scritti nel corso, o dopo la pandemia. E invece non è così. «I brani sono stati scritti anteriormente al primo lockdown e il titolo è stato già deciso prima. Niente di tutto ciò è avvenuto perseguendo uno scopo parallelo al covid».
Un disco più graffiante, meno argomenti decisi e facilmente identificabili (carceri italiane, femminicidio), rispetto agli altri due del 2010 e 2013, ma guarda invece a qualcosa di più introspettivo. «Parla della parte dell’uomo comune che abita in ognuno di noi, parla dell’immobilità che ci creiamo da soli, su tutto ciò che ci circonda e rallenta le sinapsi. Sentire questi brani dopo il lockdown facilmente accosta la stesura di un disco del genere come fatta dopo, in realtà evidentemente i problemi c’erano già prima».
La serata musicale si apre con “Siamo tutti salvi”, ballata incoraggiante e divertente. Oltre che nei testi, la band fa registrare anche un’evoluzione dal punto di vista sonoro, senza dimenticare la mescolanza di suoni, a volte lontani nel tempo, figli della tradizione che si inseguono con ritmi più moderni. Ed il racconto in musica prosegue con “Tutt’uno”. Fino alle storie che i Villazuk narravano nei dischi precedenti “Si guardu fora”, sul sovraffollamento delle carceri, a “Ti sorriderò lo stesso” ed ancora i colori magici che divengono musica in “Sole d’autunno” e la passione per l’ispirazione di “Quando tutti dormono”, “Cosa ritornerà” e “Verde sigillo”. In un anno che ha visto la scomparsa di tanti talenti arrivano poi gli omaggi a Franco Battiato con un medley delle sue canzoni più belle e il saluto a Enrico Greppi, fondatore di Bandabardò, “Ubriaco canta amore”. Il festival continua con la seconda tappa il 30 luglio a Locri, presso la Villa Fondazione Zappia, con il cantautore romano Pino Marino.