Tra i ripetuti fallimenti dell’Amministrazione Falcomatà, bisogna purtroppo annoverare anche quello delle “task force”, diventate per Sindaco e giunta un nuovo strumento di governo del territorio, incurante delle prerogative che vengono attribuite al Consiglio Comunale.
Sia chiaro, nulla contro le numerose professionalità che in questi mesi, a titolo gratuito e con estrema passione, si sono dedicate ad affrontare svariate tematiche di interesse cittadino: dall’emergenza sanitaria alla mobilità, dalle attività produttive fino al rilancio dell’aeroporto. Purtroppo però i risultati sono stati infruttiferi o, ancora peggio, nessun tipo di relazione o contributo è stato fornito ai Consiglieri che in questi mesi lo hanno richiesto, anche per poter svolgere al meglio il proprio lavoro nelle commissioni specifiche e nel Civico Consesso.
Ciò manifesta la carenza politica di questa Amministrazione, che anche in questo caso ha vanificato l’impegno di tutti quei soggetti che con abnegazione si sono prodigati per svolgere, nei limiti delle rispettive possibilità, il proprio compito: un fallimento politico, l’ennesimo, targato Falcomatà. Sarebbe auspicabile che le task force vengano tramutate in “tavoli tecnici – istituzionali permanenti” affinché si accosti alla competenza e alle qualità dei singoli componenti, anche la rappresentanza del Consiglio Comunale (maggioranza e minoranze), che deve assolutamente riappropriarsi della sua centralità nell’azione di indirizzo e controllo, così come sancito dal Tuel.
Le scelte amministrative devono essere il prodotto dell’indirizzo politico, l’esito di un costante dialogo tra organi istituzionali e istituti di democrazia, il risultato di una volontà o di una necessità dettata in primis dalla collettività. Il Consiglio Comunale deve tornare ad essere coinvolto quale organo per eccellenza politico scelto dai cittadini con elezioni, al quale viene affidato il compito di rappresentare l’intera comunità.
La tendenza del Sindaco Falcomatà, invece, è stata quella di spogliare delle sue prerogative l’organo consiliare, cavalcando mediaticamente l’utilizzo sistematico delle task force e ignorando i rappresentanti eletti: una scelta rivelatasi fallimentare, non per incapacità dei componenti ma per inefficienza dell’Amministrazione comunale che come sempre ha cercato di delegare senza mai assumersi le responsabilità.
Così, la nascita delle task force finisce per essere l’ultima prova di un’incompetenza di fondo, caratterizzante della classe dirigente, faro di una democrazia che, annaspando, rivendica di essere un diritto ma che troppo spesso dimentica di essere un dovere. Dovere, prima che di serietà e diplomazia, di formazione e capacità.
Diviene fondamentale, dunque, riunire tutte le componenti (task force e rappresentanti politici) in un unico tavolo permanente di confronto e lavoro, affinché da una vera sinergia possano scaturire atti politici che diano concretezza all’indirizzo di governo della città, trovando nella sede deputata, quella del Consiglio Comunale, lo spazio giusto per la discussione, l’approvazione e l’adozione.