09:49 – In un rapporto pubblicato questa mattina, Mercoledì 16 Giugno 2021, “la Commissione australiana per i diritti umani ha esortato il governo a ridurre i rischi di COVID-19 per i detenuti immigrati riducendo il numero di persone detenute nelle strutture affollate“, scrive AL-JAZEERA. I numeri delle detenzioni per immigrazione sono aumentati del 12% in Australia durante la Pandemia, mentre altri Paesi hanno scelto di diminuire il numero di detenuti per limitare i contagi da Coronavirus all’interno delle carceri. Secondo la Commissione, le persone che presentano un basso rischio per la sicurezza potrebbero essere rilasciate in Australia, anziché spostate nella struttura di detenzione di North West Point sull’isola di Christmas, la quale verrebbe riaperta per poter accogliere i detenuti, ma ha carenza di strutture ospedaliere all’avanguardia. L’Australia ha un rigido approccio nei confronti degli immigrati che raggiungono il Paese in barca. Secondo la legge locale, gli immigrati infatti vengono trasferiti in strutture di detenzione offshore e non potranno mai vivere in Australia. Le carceri australiane non permettono il distanziamento sociale tra detenuti, necessario per limitare la diffusione del Coronavirus, inoltre le carenti misure sanitarie e le condizioni di cattiva salute preesistenti tra i detenuti, ne aumenta la vulnerabilità alla contrazione del virus. Un eventuale focolaio di Coronavirus all’interno delle carceri, potrebbe avere conseguenze catastrofiche che potrebbero riversarsi su tutto il Paese. (cit. AL-JAZEERA)
SM