Il sequestro di concentrato di pomodoro proveniente dall’Egitto che risulterebbe secondo le indagini largamente contaminato da pesticidi per un valore di un milione di euro, in una zona tradizionale di produzione come la Campania, conferma l’allarme per l’importazione di cibi di bassa qualità con il rischio che vengano spacciati come Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di quanto indicato dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno nell’ambito dell’operazione Scarlatto due con il sequestro di un quantitativo record di a 821mila chili di semilavorato di pomodoro non conforme alle prescrizioni.
Un prodotto conservato in fusti da 250 chili in attesa di essere lavorato e confezionato in barattoli e tubetti – sottolinea la Coldiretti – per essere venduto sugli scaffali come doppio o triplo concentrato di pomodoro.
L’operazione segue di poche settimane il sequestro di migliaia di tonnellate di concentrato di pomodoro straniero inserito nel ciclo produttivo come pomodoro 100% toscano e conferma l’allarme per l’aumento delle importazioni in Italia di derivati di pomodoro del 23% nel primo bimestre del 2021 soprattutto dalla Cina con quantitativi che sono però praticamente raddoppiati dall’Egitto (+83%) rispetto allo scorso anno.
L’operazione è stata presentata all’indomani della Giornata Mondiale Onu della Salubrità Alimentare, promossa da Fao e Oms a planetario il 7 giugno con l’Italia che si classifica tra i Paesi più sicuri al mondo secondo la Coldiretti. In Italia sul totale dei 297 allarmi alimentari che si sono verificati nel 2020 sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), solo 51 (17%) – sottolinea la Coldiretti – hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 146 provenivano da altri Stati dell’Unione Europea (49%) e 100 da Paesi extracomunitari (34%).
In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero. Un risultato ottenuto anche alla battaglia per la trasparenza della Coldiretti che ha portato tra l’altro all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro era arrivato grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano però la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.
comunicato stampa – fonte: https://www.coldiretti.it/salute-e-sicurezza-alimentare/consumi-1-mln-di-chili-di-pomodoro-contaminato-dallegitto