Premesso che dovremo verificare la liceità della cosiddetta “somma urgenza” con cui si sono svolti i lavori per gli ormai famosi murales del 25 Aprile, quasi non crediamo alla risposta che ci è stata data oggi dal Dirigente del Settore, con tanta naturalezza. Con la nota dell’8 aprile 2021, numero protocollo 70025, il responsabile del procedimento richiedeva il preventivo alla ditta Arteteca per la realizzazione in URGENZA dei suddetti murales. Su questo abbiamo finalmente la certezza assoluta, ma è certa anche la somma che si è spesa: ben 36.600 euro fuori bilancio, come eredità sui prossimi conti del Comune di Reggio Calabria, per un intervento che di urgente non aveva nulla, se non la propaganda necessaria al nostro sindaco. Che poi si sia operata una procedura amministrativa per motivi culturali, la cui validità è tutta da provare, con tale rapidità, quando la città attende, ormai arresa all’evidenza, di essere rimessa in sesto, ci lascia sbalorditi sullo spudorato “tornacontismo” che contraddistingue l’amministrazione Falcomatà. Negli ultimi mesi, dopo le rinnovate elezioni comunali, le situazioni di degrado ambientale non sono cambiate, anzi si sono acuite. A fare una passeggiata nella zona sud della città, si rischia di camminare nelle acque nere e di respirare l’irrespirabile. È notizia di oggi, infatti, a causa delle fogne a cielo aperto, dell’allagamento delle fondazioni riguardanti gli alloggi popolari del rione Marconi. Ma questa è solo la più grave punta dell’iceberg di una compromissione del territorio, sulla quale non abbiamo mai smesso di denunciare: l’edilizia scolastica è allo stremo, le strade sono dissestate, i marciapiedi nemmeno esistono più, il servizio idrico comincia a diventare l’utopia estiva, per non parlare dell’acqua che si perde per gli innumerevoli guasti in giro per la città, il verde pubblico è praticamente inesistente, quartieri sommersi di immondizia con famiglie e minori alla mercé dei topi e condizioni igienico-sanitarie spaventose. Se questa non è urgenza, che cosa lo è? Lo vorremmo chiedere ancora una volta a Falcomatà. Sacrificare il denaro pubblico con immediatezza, per dare seguito ai suoi disegni di proselitismo trovando l’occasione nella festa simbolo, invece è una vergogna bella e buona; una evidente irresponsabilità della scellerata conduzione della giunta Falcomatà. Arrivati a questo stato indegno di cose, non solo valuteremo con la massima premura se l’atto amministrativo citato risulta valido, ma prenderemo anche una decisione in merito ad una denuncia alla Procura. Non c’è da perdere altro tempo, perché bisogna capire qual è il metodo più veloce e soprattutto quello maggiormente funzionale per la città, che sta morendo sotto i nostri occhi.
Massimo Ripepi