Ponte del 2 Giugno: Assoturismo-CST, ripartenza incerta per il turismo

Bene le seconde case ma, ma per le strutture ricettive la domanda resta debole: invenduta una stanza su due

L’analisi sui portali: crolla del 20% il numero di strutture, ma il tasso di occupazione si ferma lo stesso al 54%. Messina: “Riaprire non basta per ripartire. Su bonus 110% persa occasione di rilancio” 

Non è un vero e proprio ponte, e purtroppo non è nemmeno una vera ripartenza. Per il turismo, le previsioni per la Festa della Repubblica del 2 giugno rimangono modeste: nonostante una timida ripresa del movimento verso le seconde case, il sistema ricettivo soffre ancora: il tasso di occupazione dell’offerta messa a disposizione sui portali rimane al 54%, lasciando vuota di fatto una stanza su due. E questo nonostante una forte riduzione (-22%) delle strutture ricettive disponibili. Timidi segnali di ripartenza, invece, per i movimenti turistici verso le seconde case.  E’ quanto emerge dall’analisi della disponibilità ricettiva sui vari portali delle OLTA condotta da Cst per Assoturismo Confesercenti- Il monitoraggio del CST ha rilevato la saturazione dell’Offerta Ricettiva Nazionale Disponibile Online per il ponte del 2 giugno, indagando in particolare il periodo 29 maggio – 2 giugno 2021.

Il tasso di occupazione rilevato è sotto le aspettative degli operatori. Soprattutto se si considera che il numero complessivo di sistemazioni per i turisti è crollato, tra strutture chiuse e che non posso operare in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela. Un’analisi sul portale di AIRBNB, che restituisce un calo del 22% dell’offerta complessiva in Italia, pari a 92mila strutture in meno. Ancora più marcate le flessioni rilevate per le più importanti città italiane. Per Roma la disponibilità̀ dell’offerta diminuisce del 29%, ma anche per Palermo, Napoli, Bologna e Lecce la diminuzione si attesta su valori assai significativi. Più contenuto il calo rilevato per le località montane e alcune località balneari.

A raccogliere i risultati ‘meno peggiori’ sono le località lacuali, con un tasso di occupazione del 56,9%. Seguono le città d’arte  al 56,8%: oltre due punti percentuali sopra la media, ma sul dato influisce la marcata diminuzione dell’offerta. Ancora meno intenso il flusso di prenotazioni verso le località marine, con tassi di occupazione attesi del 51,5% delle strutture disponibili. Stesso trend anche per le località collinari, mentre per quelle termali i tassi di occupazione si fermano al 48%. In generale il livello di saturazione dell’offerta si presenta abbastanza differenziato; le regioni con i tassi di occupazione più elevati sono la Liguria e la Toscana. Molte aree superano il 50% della capacità ricettiva presente sui portali, mentre per cinque regioni il dato si attesta al di sotto del 50%.

Per la ripartenza del turismo non basta sapere la data delle riaperture. È necessario conoscere tutte le strategie e le misure che saranno messe in campo perché la ripartenza sia più efficace possibile“.  Così Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, commenta i dati. Un’occasione per costruire il rilancio è stata persa escludendo le strutture ricettive dal superbonus. Una misura che dava la possibilità di ammodernare le strutture, di far trovare pronte le nostre imprese per la sfida della ripartenza. Perché di vera e propria sfida si tratta. E invece ci tagliano le ali, eliminando uno dei provvedimenti che abbiamo chiesto con maggiore forza. La ripresa del turismo passa anche e soprattutto dalla ristrutturazione delle strutture turistiche e ricettive, oggi più che mai necessaria. Ci auguriamo che il governo torni sui suoi passi ed estenda l’utilizzo del bonus anche alle strutture alberghiere”.

c.s. – Confesercenti

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