13:53 – Nella giornata di ieri, Mercoledì 12 Maggio 2021, Pechino “ha certificato una diminuzione delle nascite nel 2020, per il quarto anno consecutivo, nel settimo censimento nazionale“, scrive AGI. Per tentare di contrastare la denatalità del Paese, secondo gli studiosi, la Cina dovrà pagare circa “un milione di yuan (128 mila euro) a famiglia per ogni nuovo nato“. Dai calcoli effettuati si evince che “riportare il tasso di fecondità della Cina dall’attuale 1,3 a un livello di 2,1 necessario per sostenere la crescita demografica, costerebbe alla Cina il 10% del prodotto interno lordo, che nel 2020 ha sfondato per la prima volta quota centomila miliardi di yuan (oltre 15.408 miliardi di dollari)“. La Cina dovrebbe stanziare i sussidi “sotto forma di sgravi fiscali, sussidi per la casa, o direttamente in contanti“, per invogliare le coppie ad avere più figli e raggiungere la quota di 10 milioni di nuovi nati ogni anno. I nuovi nati, una volta divenuti adulti, potrebbero dare il loro contributo all’economia locale e la Cina rientrerebbe così dell’investimento attuale. Tuttavia secondo gli scettici, 1 milione di Yuan non basta per crescere un figlio nella Cina odierna, in cui i costi della vita sono in continua crescita. “La Cina deve fare i conti con la diminuzione della popolazione in età lavorativa e il contemporaneo allargamento della fascia di over 60, che per la prima volta ha superato il numero di giovani al di sotto dei 14 anni“. Gli effetti di tale situazione potrebbero essere evidenti sul Paese in meno di un anno. (cit. AGI)
SM