Nella giornata internazionale dell’infermiere, ad un anno circa dall’inizio della pandemia da Sars-Cov2, Confintesa Sanità esprime tutta la sua gratitudine e vicinanza ad una categoria all’interno del “comparto sanità”, che ha pagato un duro prezzo sul campo, ma allo stesso tempo ha lavorato e continua a lavorare in silenzio al servizio di tutta la collettività.
La pandemia ha evidenziato e mostrato le gravi lacune di un Servizio Sanitario che è sempre meno proiettato sul territorio; rinforzare quest’ultimo significherebbe alleggerire la pressione sulla rete ospedaliera. Basti pensare che potenziare la rete assistenziale territoriale, con la figura dell’Infermiere di Famiglia, sarebbe ad oggi una grossa vittoria. Tale figura professionale costituirebbe un valore aggiunto nella rete assistenziale territoriale, insieme ai medici di medicina generale.
Chiediamo a gran voce che questa categoria, che ad oggi ha fatto notevoli passi avanti in ambito accademico, abbia una giusta e dovuta allocazione e considerazione nella società civile, perché in fondo è proprio quella che assiste e a cui si rivolge. Tutto questo richiede un cambio di passo, un vero e proprio cambi culturale nei confronti della professione infermieristica stessa.
Confintesa Sanità, augura una buona giornata internazionale dell’infermiere, conoscendo tanti di loro, crede fermamente che l’essere infermiere non sia soltanto una professione, ma uno stile di vita volto al sacrificio ed alla cura del prossimo.