
Alle prime luci dell’alba di oggi 20 Aprile p.v., i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Genova hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Genova nei confronti di un medico chirurgo, dirigente medico di chirurgia generale presso U.O. Chirurgia generale dell’Ospedale di Manerbio e una guida spirituale del centro di diffusione delle scienze olistiche “A.”, ubicato a Borzonasca (Ge), indiziati di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci. Un avviso di garanzia è stato notificato ad una psicologa, coindagata solo per i reati di circonvenzione e violenza sessuale.
Nel mese di Ottobre del 2020, altra giovane donna – pure frequentatrice del Centro – decedeva presso l’ospedale San Martino di Genova, ove era stata ricoverata per un melanoma plurimetastatico. La vittima si era avvicinata al Centro e alle scienze olistiche già da molti anni, in quel luogo aveva anche celebrato il proprio matrimonio e ivi insegnava Yoga e Thai chi chuan. Come spiegato dai numerosi conoscenti sentiti a verbale, prima di avvicinarsi al Centro di Borzonasca, aveva avuto una regolare vita sociale, venendo poi gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi dagli affetti ed abbracciando totalmente gli insegnamenti del “Maestro”.
I familiari appreso del decesso subito denunciarono che la donna nell’Ottobre del 2018 aveva subìto presso quel centro, l’asportazione di un neo verrucoso sanguinante e che l’intervento era stato effettuato dal chirurgo e alla presenza del B in locali non idonei a livello sanitario e senza sottoporre il tessuto ai previsti esami istologici. Dalle testimonianze emergeva che l’operazione sarebbe stata effettuata su un tavolo da cucina e senza alcuna anestesia, inserendo l’evento in un presunto patologico processo di “purificazione spirituale”.
Nel corso dei mesi successivi, la donna, in preda a dolori lancinanti veniva continuamente rassicurata dagli indagati circa la sua sicura guarigione, e privata di qualsiasi adeguato trattamento medico che invece sarebbe stato necessario. Gli approfondimenti investigativi medico-legali esperiti hanno accertato che l’intervento chirurgico effettuato e le successive conseguenti omissioni sono state in rapporto causale diretto con il decesso della giovane.