Ripepi: “La perdita di 100 milioni di fondi, per passare ad una mobilità sostenibile, rappresentano l’ennesimo scacco matto alla nostra città. Sono passati cinque anni dalla firma del protocollo e da allora, nessun cantiere per il Piano integrato dello Stretto al cui interno era prevista una programmazione razionale di opere per attivare la “mobilità dolce”, è mai partito. Dopo i proclami delle prime firme e la propaganda inaugurale avviata dal Castello Aragonese, dal 2017 il progetto Mms, documento per la mobilità, è passato in silenzio e oggi rischia di non vedere mai la luce a causa dell’incapacità del primo cittadino e delle sue “squadre” di tecnici. La Regione Calabria infatti, ha lanciato l’out out a Falcomatà e a breve, la nostra già provata città vedrà sfumare un’occasione di progresso e di svolta, con la revoca dei fondi europei destinati alla mobilità. L’ennesimo atto di immobilismo amministrativo e di incapacità programmatica e lungimirante si consuma a danno della Città Metropolitana. Oggi Reggio Calabria perde un plafond di 100 milioni, ma i reggini perdono il futuro, dopo aver perso ormai anche la dignità di fronte ad una città sempre più martoriata dalle inadempienze delle giunte Falcomatà. L’intero piano prevedeva l’acquisto di nuovi autobus, la cantierizzazione del parcheggio di Palazzo Giustizia, l’ammodernamento delle stazioni e maggiori collegamenti pubblici, che nella creazione della metropolitana di superficie, avrebbero trovato la piena realizzazione, finalmente, in infrastrutture degne di un territorio che voglia dirsi all’avanguardia e voglia elevare la qualità della vita dei suoi cittadini. Invece, non solo il protocollo per la mobilità, la cui ideazione di più ampie vedute risale addirittura al 2009, non si è mai riattivato, ma i problemi di una città in cronica attesa di risposte politiche, si sono aggravati al limite dell’inciviltà: quartieri inondati dall’immondizia, bellezze storico-artistiche mai rivalutate né mai entrate in un congruo piano turistico, economia locale dissanguata, strade e segnaletiche dissestate e piani balneari improvvisati, mancato recupero di luoghi storici come il Lido comunale, carenza di acqua nelle abitazioni private, incuria del verde pubblico, mancato piano per la realizzazione del porticciolo turistico, mancato rilancio dell’Aeroporto Minniti, rappresentano solo un lato della lenta morte della città reggina. Nella parte più oscura di questa amministrazione a nome Falcomatà, c’è dunque anche l’inettitudine di uomini e donne, i quali ad oggi si sono fatti sfuggire di mano la possibilità di cambiare il volto di un pezzo di Sud. Quale sviluppo per un territorio, che manca di professionalità, competenza, responsabilità, imprenditorialità amministrativa nell’ottica del servizio e del bene comune? Un solo vessillo campeggia su Palazzo San Giorgio, “campa cavallo che l’erba cresce” e intanto Reggio Calabria si è conquistata con ostinazione gli ultimissimi posti nella classifica della vivibilità nazionale. Come Presidente della Commissione Garanzia e Controllo del Comune mi sono immediatamente attivato per avere sul tavolo, prima che la Regione segni il passo definitivo su questa vicenda, tutti gli atti ammnistrativi da parte degli uffici competenti. E’ mio dovere fotografare immediatamente la situazione per trovare un escamotage, che possa fare rientrare i fondi in questione; ma è chiaro che bisogna anche stanare tutti i responsabili di questo scempio burocratico e ridare fiducia alla nostra meravigliosa città, che certamente merita istituzioni consapevoli e uomini “del fare” con in mente un solo obiettivo: crescita economica, sviluppo, recupero del bello”.