Recovery, Next Generation e Piano di ripresa e resilienza, Falcomatà al tavolo di “EuroPa Comune”

Falcomatà al tavolo di “EuroPa Comune”: «I territori siano protagonisti nella gestione dal basso delle risorse. No a tetto del 35% per il Sud o alla distribuzione dei fondi in base ai danni territoriali causati dal Covid». E sui Lep: «Basta con la discriminazione di Stato».

Il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, ha preso parte al primo tavolo tecnico del Progetto “Next Generation Eu – EuroPa Comune”, organizzato dal Centro Studi Enti Locali in collaborazione con il Dipartimento Economia e Management dell’Università degli Studi di Pisa. L’iniziativa, organizzata in streaming, ha permesso di ragionare sulle prospettive per la Finanza pubblica e quella locale italiana legate a “Next generation Eu”, “Recovery fund” e “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr). Intervistato dal giornalista Francesco Selvi, il primo cittadino di Reggio Calabria ha condiviso il proprio punto di vista insieme ad Alessandra Sartore, Sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in una sessione che ha registrato gli interventi anche di Giovanni Tria, economista, ordinario di Economia politica, già Ministro dell’Economia e delle Finanze, Veronica Nicotra, Segretario generale Anci, Antonia Carparelli, Docente Lumsa e già dirigente alla Commissione Europea, Carlo Conte, Componente standard setter board-RgS, Andrea Mazzillo, economista, esperto di finanza locale presso la Sezione autonomie della Corte dei Conti ed Umberto Nucara, Direttore generale della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Per il sindaco Falcomatà, quindi, le misure economiche straordinarie messe in campo dall’Europa per fronteggiare la pandemia, rappresentano «una sfida che va governata da un punto di vista politico, ma che deve coinvolgere anche tutte le altre professionalità ed esperienze presenti sul territorio». «A Reggio Calabria – ha spiegato – abbiamo messo in piedi una cabina di regia che affianca l’organo politico a quelli che sono gli altri attori protagonisti di questa fase storica: gli ordini professionali, le università, i sindacati e le associazioni di categoria così da condividere le proposte ed avere un protagonismo orizzontale e, allo stesso tempo, chiamare tutti ad una responsabilità comune nel monitoraggio delle attività poste in essere».

Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), poi, Falcomatà ha spiegato come «ancora non ci sia una grande chiarezza». «Siamo stati coinvolti in diverse discussioni – ha affermato – ma non si comprende quale sarà, da un punto di vista decisionale, il ruolo dei territori e, in particolare, delle Città Metropolitane. Noi sindaci rivendichiamo un ruolo da protagonisti nel proporre e governare dal basso una parte di queste risorse, nella consapevolezza che soltanto tenendo conto delle prossimità e della voce dei territori, si potranno portare avanti progetti, infrastrutture e servizi che davvero potranno cambiare storia e volto delle nostre città».

Attraverso il Recovery ed il Pnrr, dunque, «si potrà avere la possibilità di colmare quel gap fra Nord e Sud in termini di infrastrutture, economia, servizi ed opportunità ed evitare, finalmente, che il Paese continui a procedere su due velocità». «Per fare questo – ha avvertito Falcomatà – bisogna capire che è del tutto evidente come il tetto massimo di risorse per il Mezzogiorno, fissato al 35%, non ci soddisfi affatto. Anche perché, all’interno di quella percentuale, sono previsti i finanziamenti ordinari della coesione dei Pon metro 2021-2027 già appannaggio delle regioni del Sud. La stessa Svimez ha affermato come, per consentire al Recovery e al Pnrr di mantenere un carattere aggiuntivo e non sostitutivo delle risorse ordinarie e colmare le differenze fra i due stremi del Paese, per il Sud il tetto dei fondi si deve alzare almeno al 60%. Su questo, come sindaci ed io stesso come responsabile del Mezzogiorno per Anci, stiamo spingendo tantissimo ed è importante che il Governo ne prenda contezza e se ne faccia carico».

Altro punto nodale è la progettualità, indispensabile per accedere al paniere delle risorse: «Esistono delle “Flagship”, ovvero progetti bandiera che ogni città candiderà all’interno del Recovery e si procederà molto anche attraverso dei bandi. Negli ultimi tempi, sono arrivati gli esempi del bando del Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti per attività di rigenerazione urbana e del bando, in scadenza il 4 giugno, che consente alle Città Metropolitane di avere a disposizione un budget di circa 20 milioni per la riqualificazione di aree degradate. Tuttavia, la difficoltà è che, spesso, i Comuni non hanno un parco progetti adeguato alle nuove sfide. Bisogna, per questo, utilizzare le risorse Ue anche per acquisire professionalità, seppure a tempo determinato, indispensabili a non ingolfare gli uffici ed a evitare di perdere le occasioni proponendo, di volta in volta, progetti che siano in linea con i dettami Ue in termini di innovazione, rigenerazione urbana, sostenibilità economica ed ambientale».

Nel corso del suo intervento, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha ribadito la necessità che il Governo possa riordinare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) mettendo da parte il criterio della spesa storica. «Finché non accadrà questo – ha aggiunto – saremo sempre di fronte ad una specie di discriminazione data dalla residenza. Serve una forte di presa di coscienza e di responsabilità politica per colmare un gap che, oggi, al netto delle risorse che arrivano sui territori, è previsto dallo Stato. Se non verranno definiti i Lep, un bambino che nasce a Reggio Calabria non avrà mai le stesse opportunità, possibilità e servizi di un bambino che nasce in qualsiasi altra città del centronord».

Il sindaco di Reggio ha poi bocciato l’idea che i fondi della Next Generation possano essere distribuiti in base alla quantificazione dei danni territoriali causati dal Convid: «Se prevale l’assunto secondo cui a beneficiare maggiormente saranno le zone più colpite dal virus, c’è la certezza che a pagarne le spese saranno, ancora una volta, le aree del Meridione».

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