Vaccino. Gimbe: A fine primo trimestre manca 45% dosi previste

(DIRE) Roma, 18 Mar. – A poche settimane dalla fine del primo trimestre, risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco piu’ della meta’ di quelle previste (15.694.998). Manca quindi all’appello il 45%. Lo rileva la fondazione Gimbe nel consueto monitoraggio settimanale. “Visto che per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, l’Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi” spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Al 17 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle D’Aosta. Purtroppo, rileva Gimbe, l’accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane ha subito un’inevitabile battuta d’arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca, in attesa del parere definitivo dell’European Medicines Agency atteso per oggi. “A seguito di questo increscioso episodio- commenta Cartabellotta- al di la’ dei tempi organizzativi per ripartire, non e’ possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, ne’ l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva piu’ politica che scientifica”. Nel frattempo, rispetto alla protezione dei piu’ fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali. “Numeri in crescita- sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe- ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di eta’ piu’ colpita dalla Covid-19”. “Tre ragionevoli certezze- conclude Cartabellotta- documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata e’ ripartita da un ‘altopiano’ determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva e’ in rapida ascesa e difficilmente raggiungera’ il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sara’ il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?”. (Mel/ Dire) 10:55 18-03-21

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