Il Vietnam è stato un esempio nella gestione del covid-19, un esempio purtroppo non preso in considerazione da molti paesi che hanno invece tentato di imitare la Cina o la Korea. Il “piccolo” stato del Sud Est asiatico, poco più grande dell’Italia ma con quasi 100 milioni di abitanti, ha avuto il vantaggio di aver già vissuto altre epidemie, seppur in tono molto minore, (SARS nel 2003 e casi umani di influenza aviaria tra il 2004 e il 2010) in arrivo sempre dal vicino gigante cinese. Questo ha fatto in modo che il Vietnam avesse già una conoscenza di base su come comportarsi e probabilmente un piano pandemico aggiornato. Appena è stato ufficializzato il problema covid-19, il Governo ha chiuso immediatamente le frontiere con la vicina Cina ed ha tracciato in maniera meticolosa gli stranieri in entrata. Ha chiuso TUTTO (anche le scuole e gli asili), in un rigido lockdown di una settimana, ed ha effettuato un’informazione di massa con l’invito ad utilizzare le mascherine in ambienti chiusi. Successivamente ha contenuto i focolai verificatisi in diverse zone del Paese, con delle quarantene gestite in strutture controllate. Al 31 Dicembre 2020, il Vietnam aveva segnalato 1.465 casi confermati di laboratorio di COVID-19 e 35 decessi. “Questo successo è stato attribuito a diversi fattori chiave, tra cui un sistema sanitario pubblico ben sviluppato, un governo centrale deciso e una strategia di contenimento proattiva basata su test, tracciamento e quarantena completi“, così parte l’articolo completo su ourworldindata.org (sito internazionale di analisi su dati ufficiali). Oggi il Vietnam è uno degli stati la cui economia ha risentito meno della pandemia tanto è che è cresciuto (2,9%) più della Cina e le previsioni per il 2021 sono ad oggi rosee. Nonostante questo risultato straordinario il Vietnam rimane ancora off-limit per stranieri e turisti, tranne quelli obbligati da motivi lavorativi e con serie misure di prevenzione e controllo, 21 giorni di quarantena. Questa rigidità, dimostra che si guarda con molta cautela all’evoluzione che il covid-19 sta avendo in altre zone del mondo.
Fabrizio Pace