È evidente come la situazione attuale sia, per o più, simile ad un limbo. Le vite di molti, per molti aspetti, sono sospese tra un non più ed un non ancora. Per dire: bambini e giovani in età scolare sono confinati tra le mura domestiche, con un computer come amico. Giovani e adulti costretti a lavori precari versano nell’incertezza più assoluta, rispetto alla conferma dei loro contratti ed a prospettive di impiego stabile. Persino sul fronte delle malattie si scontano esitazioni, con i malati di patologie diverse dalla Covid 19 in attesa per esami e interventi che la contrazione delle normali attività ha procrastinato. Ricercare elementi di positività e speranza in un quadro del genere potrebbe sembrare arduo, ma è possibile. Di buono questa esperienza reca la presa di coscienza di quanto ci sia da fare sul piano dell’alfabetizzazione digitale ed una rinnovata consapevolezza sull’importanza della ricerca scientifica. Ugualmente significativo è l’interesse per la storia, in cui trovare lo spunto per apprendere dal passato le basi su cui costruire il futuro. Soprattutto, però, la pandemia e le sue conseguenze hanno reso visibili, ponendole sotto una lente di ingrandimento, le questioni sociali e culturali, magari preesistenti e ingigantite dal diffondersi del virus. Resta il quesito: sapremo, ognuno per la sua parte, con fede e carità, prendere atto della necessità di adoperarsi per colmare le disuguaglianze, cambiando registro rispetto al prima? È la sfida che si pone: il vaccino, pure essenziale, da solo non basterà. E tutto sarà stato inutile se non vi sarà uno sforzo collettivo per individuare soluzioni nuove ai problemi di ieri e di oggi.
comunicato stampa – fonte: http://www.calabriaecclesia.org/Pages/NewsDetail/11570/La_riflessione_domenicale_del_Presidente_della_CEC,_Mons_Vincenzo_Bertolone_Vite_nel_limbo