Falcomatà e l’Assessore Delfino incontrano una delegazione dei lavoratori delle strutture psichiatriche cittadine

Il sindaco Giuseppe Falcomata ha incontrato questa mattina a Palazzo San Giorgio una delegazione del Coolap, coordinamento dei lavoratori delle strutture psichiatriche della città. L’incontro, al quale era presente anche l’Assessore alle Politiche Sociali Demetrio Delfino, è servito a fare il punto circa la difficile situazione che stanno attraversando le strutture psichiatriche cittadine, che hanno chiesto al sindaco di avviare un’interlocuzione con le autorità sanitarie del territorio, al fine di risolvere le annose problematiche che riguardano il settore.

Ascoltate le istanze del coordinamento, rappresentato nell’occasione da Vincenzo Barbaro, Filippo Lucisano e Giuseppe Foti, il sindaco Falcomatà e l’Assessore Delfino hanno ringraziato i lavoratori per lo spirito di grande responsabilità con il quale, nonostante la situazione di grande precarietà, stanno continuando ad operare al servizio delle persone con problematiche psichiatriche, sottolineando come la loro vertenza non sia “solo una questione occupazionale, ma una vicenda che riguarda situazioni di fragilità, in cui la sensibilità e la professionalità degli operatori risulta decisiva per la qualità dei percorsi di sostegno”.

“Chiederemo alle istituzioni sanitarie regionali e provinciali di attenzionare le problematiche che ci sono state illustrate – hanno spiegato il sindaco e l’Assessore a margine dell’incontro – siamo consapevoli dello straordinario lavoro che ogni giorno questi operatori portano avanti tra mille difficoltà. Il tema delle strutture psichiatriche è certamente uno dei più delicati da affrontare, con problematiche ulteriormente acuite anche dall’emergenza Covid, che ha messo a nudo tutti i limiti di un sistema che andrebbe complessivamente riformato. Da istituzioni, ma prima ancora da cittadini, saremo al fianco di questi lavoratori, perchè riteniamo che il loro sia un ruolo importantissimo. Ed è giusto che siano messi nelle condizioni di poterlo svolgere con tranquillità e senza che sulle loro teste pesi la scure della precarietà”.

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