11:54 – Uno dei pesci più straordinari che abita gli Oceani è il Pristis Pectinata, meglio noto come Pesce Sega, un particolare tipo di pesce cartilagineo che può raggiungere i 7,6 metri di lunghezza ed i 350 kg di peso, caratterizzato da una lunga spada sul muso, detta rostro, bordata da una serie di 24-32 spine che si dipartono lateralmente ad intervalli regolari, utilizzate per rilevare e attaccare la preda. Solitamente vive nelle zone tropicali e subtropicali dell’Atlantico, in acque poco profonde, sui fondali sabbiosi o melmosi, tuttavia negli anni anni sono pervenute delle segnalazioni anche nel Mediterraneo e nell’Oceano Indiano. Secondo recenti studi tale particolare specie sta lentamente sparendo ed è presunta estinta in più della metà dei 90 Paesi in cui era stata avvistata, probabilmente a causa della perdita di habitat e delle reti da pesca nelle quali la pinna anteriore tende ad impigliarsi. “Delle cinque specie di pesce sega, tre sono in pericolo di estinzione, mentre due sono elencate come in pericolo, secondo la Lista rossa delle specie minacciate dell’Unione internazionale per la conservazione della natura”, scrive la BBC. Attualmente sono sono 18 i Paesi in cui manca almeno una specie di pesce sega e altri 28 in cui due specie sono scomparse, tra cui Cina, Iraq, Haiti, Giappone, Timor Est, El Salvador, Taiwan, Gibuti e Brunei, lasciando gli Stati uniti e l’Australia gli unici Paesi nei quali i pesci risiedono e vengono attualmente protetti. La pinna del Pesce Sega è ancora oggi venduta come trofeo, cibo, medicina e come speroni per il combattimento illegale di Galli, per tanto la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione ha decretato illegale la pesca e la vendita di tale specie. L’estinzione non è definitiva, dunque è ancora possibile salvare il Pesce Sega attraverso l’applicazione di severe leggi sulla pesca e alla realizzazione di riserve per la sua protezione. (cit. BBC)
SM