La Commissione Europea ha recentemente avviato una valutazione di impatto per la “EU Strategy for Textiles” nell’ambito delle azioni per il Green Deal e per il nuovo piano di economia circolare. L’obiettivo dell’iniziativa è creare un quadro unitario che crei condizioni e incentivi per rafforzare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del settore tessile dell’Unione Europea.
“Costituire e predisporre una iniziativa europea in grado di rendere l’ecosistema tessile idoneo all’implementazione dell’economia circolare, non l’inverso, ponendo quali pilastri dello sviluppo:
1. l’efficientamento delle condizioni, dei principi e dei criteri sottesi ai modelli di Responsabilità Estesa del Produttore e delle filiere della raccolta, selezione e trattamento dei rifiuti tessili al fine di superare le criticità sino ad oggi emerse;
2. operare sulla scia dei lavori sul decreto End of Waste per il tessile, sottolineando che non può esistere una strategia nel pieno favore della sostenibilità se non si forniscono alle imprese le linee guida necessarie per il supporto alle operazioni di manifattura funzionali alla rigenerazione ed al riciclo della materia;
3. favorire modelli di produzione sostenibile nella lotta agli sprechi con l’adozione di processi di produzione che riducano, minimizzino e/o eliminino gli sprechi di materia al fine di salvaguardare le risorse, e nell’adozione di approcci al ciclo di vita del prodotto;
4. operare per la riduzione delle pressioni ambientali legate ai consumi favorendo modelli di consumo sostenibile, implementando misure ad hoc in favore di una massima diffusione della trasparenza circa la riparabilità, la provenienza da materiale riciclato, la riciclabilità dei prodotti al fine di veicolare e coinvolgere gli utenti verso scelte di acquisto maggiormente ecosostenibili”.
Sono questi i principali temi portati all’attenzione della Commissione europea da CNA Federmoda, per poter definire con pienezza le sfide dello sviluppo sostenibile, e della neutralità climatica.
CNA Federmoda ha inoltre ribadito che, proprio nella fase post-emergenza, alla luce dell’impatto drammatico che essa ha sul sistema economico, occorre più che mai affrontare la sfida della transizione green e dello sviluppo di un modello di economia circolare, attraverso politiche e misure in grado di coglierne a pieno le potenzialità di crescita degli investimenti e dell’occupazione. In particolare, si è evidenziato che CNA ha sempre enfatizzato questo concetto non solo in ottica territoriale, ma sostenendo la necessità che questa transizione possa essere una leva di crescita in grado di cogliere le caratteristiche e le esigenze settoriali, prescindendo dalla dimensione aziendale, accompagnando in questa transizione anche le imprese più piccole.
Sì è ribadito inoltre come le filiere del tessile, della pelletteria, degli accessori, della calzatura, e della moda italiane, che compongono l’ossatura strutturale del sistema produttivo dell’economia nazionale e comunitaria, sono attente a creare valore non solo economico, ma anche sociale ed ambientale. Vi sono pertanto le condizioni per poter raggiungere un punto ottimale in relazione all’obiettivo economia circolare e sostenibilità nei sistemi produttivi.
Nel documento elaborato, CNA ha infine sottolineato l’importanza della predisposizione di una iniziativa europea in grado di avere una capacità ordinante, ovvero che non abbia valenza costrittiva, ma che sia in grado di fornire una linea guida ed un chiaro fondamento di legittimazione all’agire settoriale da parte degli operatori.
L’impegno dell’UE deve, in particolare, essere principalmente rivolto all’armonizzazione nell’intento di non creare gap strutturali nel settore tessile-moda/abbigliamento lasciando talune realtà imprenditoriali esterne alla sfida ambientale, economica e sociale.