Urgente un piano per la ripresa ma la voce della nostra regione, in attesa del Godot che la guidi, è afona
I dati resi noti ieri dall’Istat fotografano una situazione sempre più drammatica delle vendite al dettaglio: a novembre 2020 segnano un calo rispetto ad ottobre del -6,9% in valore e del -7,4% in volume. Su base tendenziale le vendite al dettaglio diminuiscono del -8,1% in valore e del -8,4% in volume. Dati che risentono evidentemente delle misure restrittive adottate per contenere il contagio da coronavirus ma che rivelano un segnale di allarme circa la situazione di forte disagio che vivono molte famiglie.
A subire gli effetti della crisi è soprattutto il comparto dei beni non alimentari: -13,2% in valore e -13,5% in volume. Pesante l’arretramento dei consumi nel settore delle calzature (-46%) e dell’abbigliamento (-38%). Rispetto al mese di novembre 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce sia per la grande distribuzione (-8,3%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-12,5%). Impennata invece degli acquisti per “dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia” che segnano un aumento del +28,7%, su impulso dello smart work e della didattica a distanza.
Nel contempo, si accentuano i cambiamenti nelle modalità di acquisto che, per effetto delle limitazioni negli spostamenti, consolidano la tendenza allo shopping online che registra un aumento del 50,02% contro il calo delle vendite al dettagli sia per la grande distribuzione (-8,3%) sia per le piccole imprese (-12,5%). Un fenomeno che rende necessari misure tese a garantire i diritti degli acquirenti online.
In questo clima non si aspettano grandi numeri di ripresa dalla stagione invernale dei saldi e dalle iniziative di incentivazione degli acquisti nei negozi fisici come il cash back nonostante questo aiuti a promuovere gli acquisti fisici, a limitare l’uso del contante e a contrastare l’evasione. Pesa su tutto, il clima generale di incertezza determinato dalla pandemia che l’avvio della campagna di vaccinazione potrebbe ora mitigare.
Per Mimma Iannello Presidente di Federconsumatori Calabria: “La pandemia ha intaccato l’ossatura economica e sociale del Paese. Per molti, questi lunghi mesi si sono trasformati in una dura prova di resistenza. I dati Istat evidenziano l’urgenza di correre ai ripari pianificando interventi in grado di dare ristori adeguati alle attività più esposte, al lavoro e alle famiglie, anche attraverso servizi di Welfare locale che, in Calabria, sono del tutto insufficienti. Troppo disagio è chiuso fra le mura domestiche e nessuno lo ascolta. Troppi uffici e servizi in smart working mentre mezza Calabria è sprovvista di reti, strumenti e competenze digitali. Dev’essere priorità restituire fiducia, certezza e servizi ai tanti cittadini disorientati e scoraggiati dall’attuale fase. Per questo, oltre alle risposte sanitarie, è necessario venga assicurato l’uso mirato delle risorse, ordinarie e straordinarie, puntando allo sviluppo economico e al contrasto delle disuguaglianze esistenti nel Paese che, per la Calabria, segnano differenze abissali. Il fermo di centinaia di attività è crisi dell’impresa, del lavoro e delle famiglie che hanno visto pesantemente ridotto il loro potere di acquisto e modificato i propri stili di vita a fronte di costi indifferibili e in aumento come luce, gas, telefono, tributi locali, tasse, beni di prima necessità, dispositivi di sicurezza, affitti, prestiti, cure inesigibili dal servizio sanitario.
Inoltre, lo spostamento anche in Calabria di significative percentuali di acquisti attraverso le grandi piattaforme online, ha ed avrà, inevitabili ricadute sui consumi e sul modello regionale di mercato, anche nel post pandemia. Una ragione in più perché vengano ripensate, modernizzate e approntate politiche finalizzate a sostenere produzioni e consumi in linea con una domanda in trasformazione e nell’ottica di valorizzare prodotti sostenibili e di qualità attraverso strategie di vendita e commercializzazione in grado di competere nel grande mercato fisico e virtuale dentro cui si rifugiano molti consumatori smart.
E’ necessario perciò approntare vie d’uscita dalla crisi sulla base di una visione nuova di sviluppo che rifugga dagli interventi frammentari, una tantum, assistenziali e privi di una strategia unitaria e di aggressione di ogni fattore di crisi. E’ grave però che in questo contesto di allocazione di ingenti risorse europee il Paese sia in balia di spinte destabilizzanti e, per quanto ci riguarda, la Calabria sia drammaticamente afona, monca di strategia progettuale ed in perenne attesa del Godot che la guidi.”