Chiusura alle 18:00 dei bar e forse dei ristoranti anche per l’asporto. Questa la novità più importante che trapela dalle indiscrezioni sui contenuti del nuovo Dpcm
Il Governo continua pervicacemente a prendere pericolose scorciatoie sulla pelle di una categoria in ginocchio, certificando per l’ennesima volta l’incapacità dello Stato di mantenere l’ordine facendo rispettare le regole. Infatti, la motivazione per questa ulteriore e inaccettabile “stretta”, ove dovesse essere attuata, è quella di impedire assembramenti al di fuori dei locali da parte di capannelli di “imbecilli” che si raggruppano per consumare in strada ciò che hanno acquistato nei locali in spregio alle norme che lo vietano rischiando la loro salute e quella degli altri. Quindi la “soluzione” a questo problema, per i nostri governanti, sembrerebbe essere non quella di multare chi infrange la legge ma di chiudere le aziende che la rispettano. Come dire, giusto per fare un esempio, che siccome la guida pericolosa provoca morti e incidenti, invece di far rispettare il codice della strada, l’Esecutivo si determinasse a vietare l’utilizzo e la vendita delle automobili. Una decisione folle che nessuno si sognerebbe ne di attuare e tantomeno di approvare ma la ratio sarebbe identica a ciò che oggi sta avvenendo nei confronti di interi comparti produttivi e commerciali. Questo modo di affrontare i problemi, oltre a causare enormi danni economici, non li risolve, anzi, rischia di amplificarli perché se gli “imbecilli” di cui sopra vorranno vedersi lo faranno lo stesso, comprando ciò che gli necessita prima delle 18:00 o anche dopo nei supermercati o nelle botteghe alimentari, incontrandosi poi nelle case, nelle vie secondarie, nelle piazze periferiche, parcellizzando così la loro presenza e rendendo, in questo caso sì, la vigilanza da parte delle forze dell’ordine praticamente impossibile. Il controllo del territorio e il rispetto delle norme, sono responsabilità dello Stato. Non si può derogare a questo principio fondante vessando ristoratori, commercianti, artigiani, con limitazioni draconiane per mascherare le proprie manchevolezze. Ogni giorno che passa, diviene sempre più evidente come si stia in maniera iniqua e ingiusta, ribaltando i costi economici della crisi indotta dalla pandemia sulle spalle di un tessuto imprenditoriale già allo stremo. Noi riteniamo questo stato di cose inaccettabile così come reputiamo inammissibile che chi ci governa continui sulla strada dell’incertezza e dell’improvvisazione. Come Confesercenti e Fiepet Reggio Calabria esigiamo chiarezza sul futuro. Vogliamo sapere cosa devono fare imprenditori ed esercenti per continuare a lavorare onestamente. Pretendiamo di avere certezze sui tempi dei ristori per le loro attività e della cig per i loro dipendenti e di capire come si ritiene che possano far fronte al pagamento dei tributi, ad ora solo sospesi, con i fatturati pressoché azzerati a seguito delle misure emanate. Infine, ci chiediamo: quali saranno le azioni previste dal Recovery Plan per sostenere la ripartenza? Come verranno spese queste risorse e quando? Domande legittime per le quali non ci sono ancora risposte univoche e certe. Non c’è più tempo per attenderle però, e di questo tutti devono prenderne coscienza. Il sistema rischia di collassare definitivamente con tutte le conseguenze economiche e sociali che ciò comporterà e a quel punto la pandemia sanitaria, se pur devastante e pericolosa, non sarà la problematica più importante che ci troveremo, nostro malgrado, a dover risolvere.
Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria