Scomparso nella bozza del Recovery Fund l’importante progetto di creare un Centro nazionale sulla cyber security per il Governo Italiano. La proposta era esposta a pagina 8 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), all’interno del capitolo digitalizzazione della pubblica amministrazione. La spesa destinata alla cyber security nazionale era di 2,5 miliardi di euro, il settore è molto delicato proprio all’inizio di anni in cui ci sarà una netta accelerazione dell’utilizzo della rete. Avere quel centro significherebbe la dove occorresse, “controllare” direttamente banche dati di transito web. In futuro è prevedibile un innalzarsi della quantità dei reati informatici ad opera di vere e proprie strutture di hacker che possono attaccare i siti sensibili da qualsiasi parte del mondo. Un utilissimo progetto soprattutto in vista del prossimo decennio, quello relativo alla cyber security, messo al momento da parte, forse per cedere alle pressioni politiche degli alleati di Governo. Potrebbe rappresentare un grave danno alla sicurezza del Paese e degli italiani. Potrebbe anche aver inciso sulla posizione dei “compagni” del Governo Conte-bis il fatto che lo stesso premier abbia accentrato su di se il “controllo” dei Servizi Segreti. Situazione che non si era mai verificata negli anni passati.
FMP