Con la dichiarazione di Al-Ula i paesi normalizzano i rapporti
(DIRE) Roma, 5 Gen. – La crisi nella regione del Golfo si e’ conclusa: a sancirlo, l’Arabia Saudita, che la notte scorsa ha riaperto i confini con il Qatar, mentre oggi ha ospitato ad Al-Ula il summit con i leader dei sei Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo. Questo 41esimo incontro ha portato anche alla sigla di due documenti – tra cui la Dichirazione di Al-Ula – permettendo ai Paesi del Consiglio (Arabia Saudita e Qatar, e poi Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein e Oman) di recuperare i costi di questi tre anni e mezzo di embargo. Nel 2017 infatti Riad, seguita da Emirati, Bahrein ed Egitto, ha interrotto le relazioni col Qatar, accusato di sostenere “gruppi terroristi” in Libia, nella Striscia di Gaza e negli Emirati. All’emiro Tamim bin Hamad Al Thani era stato chiesto non solo di interrompere i finanziamenti a quei movimenti armati ma anche i rapporti con l’Iran nonche’ di chiudere la sede dell’emittente di Al-Jazeera a Doha. Il Qatar si era rifiutato e cosi’ era scattato un embargo che non solo e’ costato in termini economici sia all’emirato che alle economie della regione, ma ha finito per spingere Doha verso alcuni tra i principali nemici di Riad e Abu Dhabi: l’Iran e la Turchia. A sollecitare la conclusione della crisi e la ripresa delle relazioni hanno contribuito in questi mesi le pressioni esercitate dal Kuwait e soprattutto dagli Stati Uniti. (Alf/Dire) 15:42 05-01-21