Si avvicina il 7 gennaio e la confusione e l’incertezza regnano sovrane. Il dibattito sulla riapertura delle scuole sta veramente diventando surreale.
Risulta ormai certificato che il problema non sono gli istituti scolastici che già da tempo hanno adottato ogni misura di sicurezza possibile attraverso opere di edilizia strutturale o leggera, che hanno organizzato gli spazi in maniera adeguata, contrariamente a quanto non ancora fatto in molti ospedali o strutture sanitarie in genere.
Il problema vero non è la scuola, da sempre in coda all’agenda politica, il vero problema è l’inefficienza di un sistema politico-burocratico che come spesso accade non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, e prova a giustificarsi con improbabili alibi.
Ci dovremmo chiedere perché si è arrivati soltanto il 23 dicembre a scrivere un documento tra governo e enti locali con l’impegno non solo a riaprire, ma a non richiudere più. E perché soltanto adesso si stanno studiando le misure più efficaci per una riapertura che consenta la compatibilità di trasporti tra scuole, studenti, professori e genitori con le esigenze sanitarie della pandemia e, ancora, perché soltanto il 30 dicembre è stato distribuito alle famiglie un questionario, (qualora tutti l’abbiano ricevuto!), per sapere se il figlio va a scuola da solo, accompagnato o con i mezzi pubblici. Non si poteva fare prima visto che se ne sta discutendo da mesi?
La stessa ministra De Micheli, di cui spesso non si rinviene traccia, ha comunicato alla commissione Trasporti lo stanziamento di 300 milioni per rafforzare la rete di cui però ne sono stati spesi solo 64milioni, e gli altri 236milioni che fine hanno fatto.
Non sarebbe stato opportuno prevedere un piano di prevenzione attraverso la somministrazione di test rapidi a studenti e personale scolastico con conseguente piano vaccinale in regime di priorità.
Siamo sicuri che in un Paese ultimo in Europa per quanto riguarda gli investimenti nell’istruzione rispetto al Pil, e che con la finanziaria 2019 aveva già previsto nuovi tagli per 4 Miliardi nel triennio, la scuola possa destare interesse.
Non vi è dubbio che la scuola debba riaprire in sicurezza per personale scolastico e studenti, ma deve riaprire!
Saremo presto in grado di valutare e quantificare i danni, non solo formativi, che questa generazione sfortunata andrà a subire.
Una cosa è certa l’attuale Gap dei nostri ragazzi con i loro coetanei europei si andrà a incrementare, e ancora una volta avremo rinunciato a investire sulla formazione di una nuova e competente classe dirigente!
Avv. Vincenzo Massara
Presidente Regionale Movimento Cristiano Lavoratori