Punta massima in Calabria (21,3%), più bassa provincia Bolzano (8,4%)
(DIRE) Roma, 22 Dic. – Nel 2018, ultimo anno per cui sono disponibili le informazioni, l’economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale) rappresenta in Italia il 13,1% del valore aggiunto totale (l’incidenza sul Pil e’ pari all’11,9%): le componenti piu’ rilevanti sono la rivalutazione della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (5,9%) e l’impiego di lavoro irregolare (4,9%). L’economia illegale e le altre componenti minori (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) incidono per il restante 2,3%. Lo rileva l’Istat nel rapporto ‘Conti economici territoriali – Anni 2017-2019′. L’incidenza dell’economia non osservata e’ molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 18,8% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro (13,8%). Sensibilmente piu’ contenuta, e inferiore alla media nazionale, e’ l’incidenza nel Nord-est (10,9%) e nel Nord-ovest (10,3%). Il peso relativo delle tre diverse componenti dell’economia non osservata si conferma anche a livello ripartizionale; a pesare di piu’ e’ ovunque la rivalutazione da sotto-dichiarazione che raggiunge un picco nel Mezzogiorno (pari all’8% del valore aggiunto) mentre registra nel Nord-ovest l’incidenza piu’ contenuta (4,7%). Anche la quota di valore aggiunto generato da impiego di lavoro irregolare e’ significativa nel Mezzogiorno, dove si attesta al 7,5%. L’incidenza risulta lievemente superiore alla media nazionale (pari al 4,9%) al Centro (5%), mentre e’ inferiore nelle altre due ripartizioni (3,8% il Nord-ovest e 3,9% il Nord-est). La Calabria e’ la regione in cui il peso dell’economia non osservata e’ massimo, con il 21,3% del valore aggiunto complessivo; l’incidenza piu’ bassa si registra invece nella Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (8,4%). Puglia (8,9%), Molise e Marche presentano la quota piu’ alta di rivalutazione del valore aggiunto sotto-dichiarato (entrambe 8,2%); le quote piu’ basse si registrano invece nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (2,8%) e nella Provincia Autonoma di Trento (3,7%). Il peso del sommerso dovuto all’impiego di input di lavoro irregolare e’ particolarmente elevato in Calabria (9,8% del valore aggiunto) e Campania (8,5%), le quote piu’ contenute sono quelle osservate in Lombardia (3,6%) e Veneto (3,7%). (Com/Vid/ Dire) 11:42 22-12-20