Cominciò a Rossano, grazie al suo Codex Purpureus Rossanensis, quanto narrato da Elena Loewenthal in La carezza. Una storia perfetta (pag. 256, € 18,00) edito da La nave di Teseo (www.lanavediteseo.eu). A Rossano, durante un convegno dedicato al Codex Purpureus Rossanensis, scoppiò l’amore folle (quale non lo è?) tra Lea, paleografa e Pietro, filologo. Resisterà al tempo e allo spazio, pur senza incontrarsi mai, infatti: vent’anni dopo! Lea e Pietro, talvolta, alla disperata ricerca di un Martini o di un Gin Tonic: salvo poi accontentarsi di uno Spritz. Ma quando c’è l’amore (il vero protagonista) con il suo mistero e la sua ragione che ignora la ragione. Protagonista anche Rossano, Porta d’Occidente, dove tutto ebbe inizio. Lambita dal Mar Jonio, guarda verso Oriente: là dove sorge il Sole. Rossano e il suo Museo Diocesano. L’Hotel San Nilo e il Bar Mango. Il Caffè Tagliaferri (il nome evoca Il Segno del Comando) e la Torre Sant’Angelo. Perché “a Rossano capita così: delle chiese ti danno la chiave, se vuoi entrare a vederle” (a me è capitato a Gallicianò). Perché “C’è qualcosa del Sud che la prende, ogni volta. Un senso di casa, come un’appartenenza indecifrabile, come se ne sapesse la lingua per conoscenza innata”. Per questo Lea pensa: “Se vivessi in un posto così non sarei mai triste”. La storia si dipana in altre località: Matera, Napoli, Spoleto, Pantelleria. Elena Loewentahl supera sé stessa: raggiungendo sublimi vette stilistiche. La parola più presente (almeno quella che ho notato) è chissà. Forse è quella che contraddistingue la vita di ciascuno di noi? Forse la vita è racchiusa nelle scelte non fatte? Nelle occasioni mancate? Chissà. Del libro colpiscono gli aromi descritti. Il profumo del petricore. L’odore del tartufo nero e quello degli arancini/e. Leggendo un libro: amo sottolineare. Questo è stato un continuo. Leggerlo è esaltante e faticoso per le tante sensazioni trasmesse. Alla fine, ti senti stanco ma non ancora sazio.
Tonino Nocera