(DIRE) Roma, 14 Dic. – “A partire dagli anni Novanta, le disposizioni normative, che hanno modificato il SSN nella governance ma, soprattutto, il sistema di finanziamento assieme ai provvedimenti in materia di federalismo fiscale e alle misure intraprese per la razionalizzazione della spesa pubblica e per la riduzione dei disavanzi regionali in sanita’, hanno prodotto un forte ridimensionamento dell’investimento statale” in tema di mobilita’ sanitaria delle persone in ingresso e uscita dal nostro Paese, tanto che la Corte ha piu’ volte segnalato la criticita’ economica crescente nella gestione del capitolo di bilancio appositamente dedicato per la presenza di “un significativo sbilanciamento finanziario dell’Italia con posizioni di debito che eccedono quelle di credito”. La spesa sanitaria pubblica e’, inoltre, “ulteriormente aggravata anche dai costi derivanti dall’ingente contenzioso in tema di diritto di cura”. E’ quanto si legge nella premessa del Rapporto su “La mobilita’ sanitaria: l’assistenza transfrontaliera” , riguardante procedure e modalita’ accordate ad ogni cittadino Ue di ricevere cure e rimborsi per le spese effettuate in ogni Stato dell’Unione, approvato dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato con delibera n. 14/2020/G. Sul tema, la Corte rileva l’esigenza “di coordinamento normativo e di armonizzazione della disciplina europea sull’assistenza sanitaria transfrontaliera, contenuta nella direttiva 2011/24/Ue e nel regolamento 2004/833” sottolineando come la salute sia “un valore in se'” che “rappresenta un elemento chiave per la prosperita’ economica. Infatti, investire in maniera intelligente nei sistemi sanitari sostenibili e nella salute delle persone in quanto capitale umano, riduce le disparita’ contribuendo alla crescita economica”. La Sezione del controllo riconosce che “Le azioni intraprese dall’Ue nel settore dell’assistenza sanitaria transfrontaliera sono ambiziose e hanno accresciuto la collaborazione tra gli Stati membri”, ma aggiunge che “devono essere meglio gestite”. Fra le criticita’ rilevate, si segnalano la necessita’ di un significativo miglioramento delle relazioni fra cittadino ed il proprio “punto di contatto nazionale” con funzioni di comunicazione ed assistenza durante la procedura di cura nel Paese estero e le difficolta’ di relazione fra le diverse reti di riferimento “con riguardo alla individuazione delle strutture di eccellenza, nei vari settori della medicina, nell’ambito dell’Unione Europea”. (Vid/ Dire) 11:57 14-12-20